martedì 26 maggio 2020

LA NOSTRA ALTERNATIVA CRISTIANA

Nel 1974 o ’75 quando, insieme ad altri giovani amici, porto il baldacchino durante la processione del Corpus Domini non è ancora iniziata la trasformazione, ma qualcosa sta accadendo.
Sta maturando in alcuni di noi una consapevolezza nuova grazie ad esperienze forti che ci viene data l’opportunità di vivere e che ci pongono dinanzi alla Parola di Gesù e dei Profeti dell’Antico testamento in modo dirompente.
Tutto questo oscillare all'ombra della Parola è fuoco per la nostra paglia di adolescenti, il Vangelo ci appare esplosivo e non oppio dei popoli, come aveva detto il barbuto. Veniamo spinti a vivere l’esperienza del vangelo in modo radicale. L’esperienza dei campi scuola diocesani che facciamo decollare dal 1977 (a Faltona) e dal 1978 a Triana, sta a segnalare la svolta.
E quella è la nostra alternativa personale e comunitaria che si pone quasi come una sfida all'altra alternativa, quella del sessantottismo. È l’alternativa di giovani impegnati nell'annuncio del Vangelo, nella vita di gruppo alla Casa del Giovane, aperta a tutti ma secondo un certo stile, nell'educazione dei ragazzi, in scelte anticonsumistiche e impegni di solidarietà.
Naturalmente siamo giovani e tutti i modi sono buoni per divertirci.
L’azione cattolica si prende 9 anni della mia vita e prende anche quella di altri giovani, adulti e ragazzi. Diamo una bella spinta all’associazione diocesana, grazie alla disponibilità di tanti giovani: facciamo nostra la rivoluzione dell’ACR, il settore giovani inizia a galoppare e macinare iniziative (specie campi-scuola diocesani), nasce il Movimento studenti di AC.
Precisiamo la nostra distinzione dalla politica, soprattutto dalla DC e vi rimaniamo fedeli.
Per me fondamentale è la conoscenza e la sintonia con il segretario nazionale Dino Boffo, che nel 1980 partecipa alla nostra assemblea diocesana, come pure l’esperienza nel consiglio nazionale di AC che mi permette di incontrare tante belle persone e di vivere la principale battaglia del mondo cattolico del periodo: quella tra la scelta religiosa e la scelta sociale.
Nel frattempo partecipo alla vita della Chiesa diocesana, rivoluzionata dal Vescovo Giovanni D’Ascenzi. Quella straordinaria esperienza si chiude a febbraio del 1986 e altri prendono in mano l’associazione.

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