martedì 2 giugno 2020

POST 13 – LA NASCITA DEL MOVIMENTO STUDENTI DI AC, IL NUOVO SETTORE GIOVANI, LA RIVOLUZIONE DELL’ACR.


Grazie al sostegno di alcuni dirigenti nazionali e alla disponibilità di tante persone della diocesi, demmo una bella spinta all’associazione diocesana.

Nel corso dell’esperienza associativa approfittai molto della disponibilità di alcuni dirigenti nazionali di AC e li invitai a più riprese in diocesi. Gli incontri più frequenti furono con i responsabili del MSAC, il Movimento Studenti di AC nazionale: Umberto Folena, don Giuseppe Valensisi, altri di cui non ricordo il nome (mi pare Guido Baffi) e, più avanti, Luisa Prodi. Il desiderio di veder nascere anche in diocesi un MOVIMENTO STUDENTI di Azione Cattolica era per noi molto forte, sia perché il vescovo diocesano, Giovanni D’Ascenzi, ci stimolava continuamente ad uscire dai nostri gruppi parrocchiali, sia per dimostrare a noi stessi e alle comunità parrocchiali che non tutta la nostra azione si poteva ridurre ad attività strettamente interne al perimetro ecclesiale. E poi anche perché dal centro nazionale ci sollecitavano.
Sfogliando qualche vecchia agenda di Rossella (sempre molto precisa nel prendere appunti) e aprendo scartoffie del passato, m’è tornato alla mente il momento fondativo dell’esperienza del MSAC in diocesi: fu il 29 gennaio 1979 nella saletta del centro diocesano di Pitigliano in piazza Fortezza, alla presenza dell’assistente nazionale don Giuseppe Valensisi e di 16 presenti (Marco Vagaggini, Orietta Brinchi Giusti, Margherita Guastini, Gina Dionisi, Monica Renzi, Massimiliano Dainelli, Riccardo Bancalà, Rossella Ronca, Antonio Magliulo, Cristina Benedetti, Marco Santarelli, Maria Teresa Pietrangeli, Valeria Elmi, Massimo Allegrini, Stefano Gentili, Roberto Dainelli) . Ci disse don Giuseppe iniziando il suo articolato intervento: “Non siamo cristiani solo in parrocchia, facendo l’ACR o organizzando momenti ricreativi… Siamo cristiani anche a scuola e soprattutto lì. Noi siamo l’unico vangelo che i nostri compagni hanno in mano. La nostra persona deve concretizzare la presenza del Signore. La S. Messa comincia nel momento in cui mettiamo il piede fuori dalla chiesa. Se non annunciamo il vangelo a scuola diamo una risposta negativa al Signore che ci vuole missionari là dove viviamo. Non creiamoci alibi, lavorando solo in parrocchia…”.
Roba seria, dunque. E roba forte per la mentalità di allora. Non era desiderio di attivismo, ma risposta piena all’essere cristiani.
La cosa si consolidò con i 33 partecipanti alla Tre giorni di Triana del 12-14 giungo 1979 dalla quale emersero i veri pionieri. Infatti da loro scaturirono i responsabili diocesani e le persone che effettivamente provarono ad impegnarsi a livello di scuole. Rossella Ronca aveva un po’ il compito di coordinare il percorso iniziale insieme a Margherita Guastini; i segretari diocesani, se non erro, nella successione temporale sono stati Margherita Guastini, poi Salvatore Dei Bardi e in seguito Franca Lacchini (ma qui siamo già al 1984), questi ultimi seguiti in particolare da Francesco Orsini. Dell’81 trovo lettere dei responsabili diocesani firmate anche da Fulvia e Patrizia e del 1984 da Gabriella.
Se visivamente ripenso a quel periodo, oltre alla voglia di fare di alcuni studenti, mi vengono alla mente e quindi agli occhi le paccate di Presenza & Dialogo Studenti che arrivavano in centro diocesano e poi venivano distribuite ai gruppi d’istituto.
Mi pare si usasse anche Wolking un pieghevole a 8 facciate, che doveva durare altrettante settimane, dove erano riportati i passi biblici a tema da meditare ogni giorno. In seguito prendemmo in mano anche la guida teorico-pratica del MSAC, Viva il Movimento.
La cosa decollò, lo sforzo fu intenso, anche se una verifica, richiesta dal MSAC nazionale, fatta il 19 luglio 1980 evidenziava con franchezza, accanto alle attività riuscite, le difficoltà incontrate. I gruppi più forti erano a Pitigliano e, in secondo luogo, P.S. Stefano. Negli altri istituti la nascita di gruppi riuscì meno e ci si limitò alla pur importante diffusione di Presenza & Dialogo.
Al di là degli esiti che poi ebbe, ricordo con grande gioia quel tentativo e sono ancora riconoscente a tutte le persone che vi dedicarono parte del loro tempo.

Sul fronte scolastico ci muovemmo anche con gli universitari. A partire dal 1982 fu tentato un lavoro di coinvolgimento e stimolo coordinato da Stefano Paoli e che vedeva i punti di riferimento di ateneo nei nostri giovani ormai cresciuti: per Siena, Daniela Franci e Fausta Sestini; per Firenze, Rossella Ronca, Renza Ginesi, Carlo Ronconi; per Pisa, Laura Monellini, Piero Rossi, M. Assunta Magnani.

Quanto detto sul Msac e sugli universitari, insieme ai campi-scuola di cui ho già parlato, era parte del possente lavoro condotto innanzi dal SETTORE GIOVANI sotto la guida spirituale di don Lido Lodolini e di Roberto Dainelli, Rossella Ronca, Valeria Elmi, Margherita Guastini, Monica Renzi. Grande attenzione fu data anche a quella che si chiamava, nel settore giovani, Missione 78: Gruppi nuovi per servire il Vangelo, iniziativa volta appunto a costruire gruppi nuovi o motivare quelli esistenti anche attraverso un lavoro di coordinamento e accompagnamento formativo-spirituale. In seguito, specie a partire dal 1980, molta attenzione si concentrò sulla riscoperta del Concilio Vaticano II, definito in quell’iniziativa “una parola per l’uomo d’oggi”.
(Anche in questo caso invitammo ad un incontro di approfondimento la responsabile nazionale giovani, Annalisa Aicardi, ora monaca di clausura carmelitana scalza.
Con Annalisa ebbi modo di incontrarmi molte volte in centro nazionale e nacque un’amicizia spirituale molto profonda, confermata dall’unica corrispondenza che ho potuto avere con lei quattro anni fa (d’altronde è in clausura) e della quale mi permetto di rivelare un piccolo passaggio, sperando di non essere indiscreto. Nella risposta alla mia lettera, quasi all’inizio, afferma: “Ormai sono passati parecchi anni, ma mentre leggevo il tuo scritto mi sono resa conto che il legame di amicizia è rimasto inalterato, era come se ci fossimo visti pochi giorni prima…: quando l’amicizia è fondata nel Signore, resta viva in Lui. Com’è grande questo nostro Signore che ci fa gioire della comunione in Lui!”. Che bella persona Annalisa).
In realtà sul libro ho commesso l’errore di confondere Annalisa con Maria Teresa Vaccari (nella foto). Fu quest’ultima che dal 10 al 14 agosto del 1979 partecipò, come vice-presidente nazionale del settore giovani, al Corso per responsabili di AC che svolgemmo a Triana. E ci parlò dell’AC come singolare forma di ministerialità laicale, dello Statuto e del Regolamento, del Responsabile di Azione Cattolica. Dopo che don Lucio Mattei ci aveva fatto riflettere sull’ecclesiologia del Concilio Vaticano II e don Giorgio Gubernari sulla teologia e la spiritualità del laicato. Ed anche di Maria Teresa, tornata al Padre nel maggio del 2019, ci sarebbe da dire molto. Ha vissuto il primato del Vangelo e offerto la sua vita al Signore. Tra le sue carte sono state trovate le seguenti parole sotto il titolo Offerta globale: “Dio dei nostri Padri, Signore del cielo e della terra, aiutami a donarmi nella verità della mia esistenza e in tutta la sua forza vitale. Se ciò è secondo la tua volontà, sia la mia vita spesa interamente e unicamente per la comunione con Dio e tra gli uomini del nostro tempo, a servizio del Vangelo”.
Il 1980 lo ricordo anche per il grande incontro dei giovani-giovanissimi-ragazzi (16 settembre) che avevano partecipato ai campi-scuola (ed anche altri) all’Isola del Giglio: fu chiamato simpaticamente lo sbarco dei 500, tanti infatti giungemmo nell’isola.

Lavorammo molto anche per comprendere e far comprendere (ripeto di nuovo quella nostra esigenza: il ruolo ci costringeva ad esser maestri, ma noi ci sentivamo prima di tutto scolari) la novità dell’ACR, convinti come eravamo di quanto aveva detto il presidente nazionale Vittorio Bachelet nel lontano 1971: “Credo che l’aver fortemente richiamato la loro (dei ragazzi) dignità di cristiani e la ricchezza del dono che essi fanno alla comunità, è un grande servizio che l’AC rende non solo ai piccoli ma all’intera comunità cristiana. L’aver sottolineato questo dono, questa corresponsabilità attiva anche attraverso la forma dell’impegno associativo dei fanciulli e dei preadolescenti sottolinea infatti che anche essi sono non solo oggetto dell’azione pastorale, ma soggetti della costruzione della Chiesa partecipi a pieno titolo – e certamente a loro misura – della sua missione apostolica; e questa consapevolezza arricchisce tutta la Chiesa”.
Allora, ci si mise sotto ad approfondire le idee-forza per un cammino di catechesi esperienziale, a partire dalle istanze biblico-teologiche e pedagogico-pastorali. E dall’1 al 3 maggio 1981 si organizzò una interessantissima Tre giorni a Triana guidata dal Responsabile nazionale ACR, Piero Chinellato (nella foto), e volta ad approfondire il Progetto Acr e la fisonomia dell’Educatore Acr, dopo che don Angelo Comastri aveva riflettuto sul cammino di fede del ragazzo nella Chiesa.
Molta attenzione fu posta anche nell’organizzazione delle iniziative annuali: (1978-1979) Ehi, ci siamo anche noi, (1979-1980) Sì, ma insieme!, (1980-1981) Sotto il grigio toh, l’arcobaleno, (1981-1982) Venite nel mio campo c’è un tesoro, e via dicendo.
I pionieri di quest’altro fronte furono Elisabetta Bassanelli, M. Chiara Giusti, Renza Ginesi e Augusto Ronca, insieme all’assistente diocesano don Mario Amati (nella foto).

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