Grazie al sostegno di alcuni dirigenti nazionali e alla
disponibilità di tante persone della diocesi, demmo una bella spinta
all’associazione diocesana.
Nel corso dell’esperienza
associativa approfittai molto della disponibilità di alcuni dirigenti nazionali
di AC e li invitai a più riprese in diocesi. Gli incontri più frequenti furono
con i responsabili del MSAC, il Movimento Studenti di AC nazionale: Umberto
Folena, don Giuseppe Valensisi, altri di cui non ricordo il nome (mi pare Guido
Baffi) e, più avanti, Luisa Prodi. Il desiderio di veder nascere anche in
diocesi un MOVIMENTO STUDENTI di Azione Cattolica era per noi molto forte, sia
perché il vescovo diocesano, Giovanni D’Ascenzi, ci stimolava continuamente ad
u scire dai nostri gruppi parrocchiali, sia per dimostrare a noi stessi e alle
comunità parrocchiali che non tutta la nostra azione si poteva ridurre ad
attività strettamente interne al perimetro ecclesiale. E poi anche perché dal
centro nazionale ci sollecitavano.
Sfogliando qualche vecchia agenda
di Rossella (sempre molto precisa nel prendere appunti) e aprendo scartoffie
del passato, m’è tornato alla mente il momento fondativo dell’esperienza del
MSAC in diocesi: fu il 29 gennaio 1979 nella saletta del centro diocesano di
Pitigliano in piazza Fortezza, alla presenza dell’assistente nazionale don
Giuseppe Valensisi e di 16 presenti (Marco Vagaggini, Orietta Brinchi Giusti,
Margherita Guastini, Gina Dionisi, Monica Renzi, Massimiliano Dainelli,
Riccardo Bancalà, Rossella Ronca, Antonio Magliulo, Cristina Benedetti, Marco
Santarelli, Maria Teresa Pietrangeli, Valeria Elmi, Massimo Allegrini, Stefano
Gentili, Roberto Dainelli) . Ci disse don Giuseppe iniziando il suo articolato
intervento: “Non siamo cristiani solo in
parrocchia, facendo l’ACR o organizzando momenti ricreativi… Siamo cristiani
anche a scuola e soprattutto lì. Noi siamo l’unico vangelo che i nostri
compagni hanno in mano. La nostra persona deve concretizzare la presenza del
Signore. La S. Messa comincia nel momento in cui mettiamo il piede fuori dalla
chiesa. Se non annunciamo il vangelo a scuola diamo una risposta negativa al
Signore che ci vuole missionari là dove viviamo. Non creiamoci alibi, lavorando
solo in parrocchia…”.
Roba seria, dunque. E roba forte
per la mentalità di allora. Non era desiderio di attivismo, ma risposta piena
all’essere cristiani.
La cosa si consolidò con i 33
partecipanti alla Tre giorni di Triana
del 12-14 giungo 1979 dalla quale emersero i veri pionieri. Infatti da loro
scaturirono i responsabili diocesani e le persone che effettivamente provarono
ad impegnarsi a livello di scuole. Rossella Ronca aveva un po’ il compito di
coordinare il percorso iniziale insieme a Margherita Guastini; i segretari
diocesani, se non erro, nella successione temporale sono stati Margherita
Guastini, poi Salvatore Dei Bardi e in seguito Franca Lacchini (ma qui siamo
già al 1984), questi ultimi seguiti in particolare da Francesco Orsini. Dell’81
trovo lettere dei responsabili diocesani firmate anche da Fulvia e Patrizia e
del 1984 da Gabriella.
Se visivamente ripenso a quel
periodo, oltre alla voglia di fare di alcuni studenti, mi vengono alla mente e
quindi agli occhi le paccate di Presenza & Dialogo Studenti che arrivavano in
centro diocesano e poi venivano distribuite ai gruppi d’istituto.
Mi pare si usasse anche Wolking un pieghevole a 8 facciate, che
doveva durare altrettante settimane, dove erano riportati i passi biblici a tema
da meditare ogni giorno. In seguito prendemmo in mano anche la guida
teorico-pratica del MSAC, Viva il
Movimento.
La cosa decollò, lo sforzo fu
intenso, anche se una verifica, richiesta dal MSAC nazionale, fatta il 19
luglio 1980 evidenziava con franchezza, accanto alle attività riuscite, le
difficoltà incontrate. I gruppi più forti erano a Pitigliano e, in secondo
luogo, P.S. Stefano. Negli altri istituti la nascita di gruppi riuscì meno e ci
si limitò alla pur importante diffusione di Presenza & Dialogo.
Al di là degli esiti che poi ebbe,
ricordo con grande gioia quel tentativo e sono ancora riconoscente a tutte le
persone che vi dedicarono parte del loro tempo.
Sul fronte scolastico ci muovemmo
anche con gli universitari. A partire
dal 1982 fu tentato un lavoro di coinvolgimento e stimolo coordinato da Stefano
Paoli e che vedeva i punti di riferimento di ateneo nei nostri giovani ormai
cresciuti: per Siena, Daniela Franci e Fausta Sestini; per Firenze, Rossella
Ronca, Renza Ginesi, Carlo Ronconi; per Pisa, Laura Monellini, Piero Rossi, M.
Assunta Magnani.
Quanto detto sul Msac e sugli
universitari, insieme ai campi-scuola di cui ho già parlato, era parte del
possente lavoro condotto innanzi dal SETTORE GIOVANI sotto la guida spirituale
di don Lido Lodolini e di Roberto Dainelli, Rossella Ronca, Valeria Elmi,
Margherita Guastini, Monica Renzi. Grande attenzione fu data anche a quella che
si chiamava, nel settore giovani, Missione
78: Gruppi nuovi per servire il Vangelo, iniziativa volta appunto a
costruire gruppi nuovi o motivare quelli esistenti anche attraverso un lavoro
di coordinamento e accompagnamento formativo-spirituale. In seguito, specie a
partire dal 1980, molta attenzione si concentrò sulla riscoperta del Concilio
Vaticano II, definito in quell’iniziativa “una
parola per l’uomo d’oggi”.
(Anche in questo caso invitammo ad
un incontro di approfondimento la responsabile nazionale giovani, Annalisa Aicardi, ora monaca di clausura
carmelitana scalza.
Con Annalisa ebbi modo di
incontrarmi molte volte in centro nazionale e nacque un’amicizia spirituale
molto profonda, confermata dall’unica corrispondenza che ho potuto avere con
lei quattro anni fa (d’altronde è in clausura) e della quale mi permetto di
rivelare un piccolo passaggio, sperando di non essere indiscreto. Nella
risposta alla mia lettera, quasi all’inizio, afferma: “Ormai sono passati parecchi anni, ma mentre leggevo il tuo scritto mi
sono resa conto che il legame di amicizia è rimasto inalterato, era come se ci
fossimo visti pochi giorni prima…: quando l’amicizia è fondata nel Signore,
resta viva in Lui. Com’è grande questo nostro Signore che ci fa gioire della
comunione in Lui!”. Che bella persona Annalisa).
In
realtà sul libro ho commesso l’errore di confondere Annalisa con Maria Teresa
Vaccari (nella foto). Fu quest’ultima che dal 10 al 14 agosto del 1979 partecipò, come
vice-presidente nazionale del settore giovani, al Corso per responsabili di AC che svolgemmo a Triana. E ci parlò
dell’AC come singolare forma di ministerialità laicale, dello Statuto e del Regolamento,
del Responsabile di Azione Cattolica. Dopo che don Lucio Mattei ci aveva fatto
riflettere sull’ecclesiologia del Concilio Vaticano II e don Giorgio Gubernari
sulla teologia e la spiritualità del laicato. Ed anche di Maria Teresa, tornata
al Padre nel maggio del 2019, ci sarebbe da dire molto. Ha vissuto il primato
del Vangelo e offerto la sua vita al Signore. Tra le sue carte sono state
trovate le seguenti parole sotto il titolo Offerta globale: “Dio dei nostri Padri, Signore del cielo e della terra, aiutami
a donarmi nella verità della mia esistenza e in tutta la sua forza vitale. Se
ciò è secondo la tua volontà, sia la mia vita spesa interamente e unicamente
per la comunione con Dio e tra gli uomini del nostro tempo, a servizio del
Vangelo”.
Il 1980 lo
ricordo anche per il grande incontro dei giovani-giovanissimi-ragazzi (16
settembre) che avevano partecipato ai campi-scuola (ed anche altri) all’Isola
del Giglio: fu chiamato simpaticamente lo sbarco dei 500, tanti infatti
giungemmo nell’isola.
Lavorammo
molto anche per comprendere e far comprendere (ripeto di nuovo quella nostra
esigenza: il ruolo ci costringeva ad esser maestri, ma noi ci sentivamo prima
di tutto scolari) la novità dell’ACR, convinti come eravamo di quanto aveva
detto il presidente nazionale Vittorio Bachelet nel lontano 1971: “Credo che l’aver fortemente richiamato la
loro (dei ragazzi) dignità di cristiani e la ricchezza del dono che essi fanno
alla comunità, è un grande servizio che l’AC rende non solo ai piccoli ma
all’intera comunità cristiana. L’aver sottolineato questo dono, questa
corresponsabilità attiva anche attraverso la forma dell’impegno associativo dei
fanciulli e dei preadolescenti sottolinea infatti che anche essi sono non solo
oggetto dell’azione pastorale, ma soggetti della costruzione della Chiesa
partecipi a pieno titolo – e certamente a loro misura – della sua missione
apostolica; e questa consapevolezza arricchisce tutta la Chiesa”.
Allora, ci si mise sotto ad approfondire le idee-forza per un
cammino di catechesi esperienziale, a partire dalle istanze biblico-teologiche
e pedagogico-pastorali. E dall’1 al 3 maggio 1981 si organizzò una
interessantissima Tre giorni a Triana
guidata dal Responsabile nazionale ACR, Piero Chinellato (nella foto), e volta ad approfondire
il Progetto Acr e la fisonomia dell’Educatore Acr, dopo che don Angelo Comastri
aveva riflettuto sul cammino di fede del ragazzo nella
Chiesa.
Molta attenzione fu posta anche
nell’organizzazione delle iniziative annuali: (1978-1979) Ehi, ci siamo anche
noi, (1979-1980) Sì, ma insieme!, (1980-1981) Sotto il grigio toh,
l’arcobaleno, (1981-1982) Venite nel mio campo c’è un tesoro, e via dicendo.
I pionieri di quest’altro fronte
furono Elisabetta Bassanelli, M. Chiara Giusti, Renza Ginesi e Augusto Ronca,
insieme all’assistente diocesano don Mario Amati (nella foto).
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