venerdì 6 marzo 2009

LE RONDE PERICOLO SOCIALE

Il magistrato Giuseppe Di Lello racconta che leggendo un giallo pubblicato tre anni fa da Sellerio e scritto da due autori svedesi addirittura nel 1967 si è imbattuto in un episodio di inquietante attualità.
Ecco il brano che ha colpito Di Lello.
“Dopo lo stupro e l’omicidio di due bambine a Stoccolma si costituiscono milizie di 'volenterosi' che si assegnano il compito di vigilanza nei parchi della città. Durante un giro di ricognizione si imbattono in un poliziotto che, in borghese e in servizio, era proprio a caccia dell’assassino e, credendolo un potenziale stupratore, lo pestano di santa ragione. I due 'rondisti' vengono arrestati e portati in commissariato dove l’ispettore capo li redarguisce così: ‘Quello che avete fatto è imperdonabile. La sola idea di una milizia comporta un pericolo sociale superiore a quello di singoli criminali o di una gang. Spiana la strada a una mentalità del linciaggio e a una giustizia arbitraria. Capite quel che voglio dire?’“
Capite?
Stefano Gentili

1 commento:

Alberto ha detto...

Solo uno stato che non ha la forza per imporre la legalità si sbraca a certe bassezze. Siamo tutti meno tolleranti verso ogni forma di illegalità e non ci sarà bisogno di ronde...