domenica 29 gennaio 2012

OMAGGIO AL PRESIDENTE OSCAR LUIGI SCALFARO

Tre sono state le occasioni che ho avuto di incontrare, sempre più da vicino, il Presidente Oscar Luigi Scalfaro.

La prima, forse nel 1997, insieme agli altri 100 presidenti delle province italiane, al Palazzo del Quirinale.

La seconda, quando il Presidente accolse l’invito degli amici “Nomadelfi” e quindi venne a Grosseto. Era il 21 marzo 1999 e ebbi l’opportunità di rivolgergli il mio personale saluto, insieme ad altre autorità locali.

La terza, la più confidenziale, quando chiamò il Parco della Maremma, di cui ero temporaneamente Commissario, per una visita al parco. Era il 1999 e il Presidente aveva ormai terminato il settennato. Ricordo ancora con quanta soddisfazione e semplicità visitammo, ausiliati da una Jeep, le bellezze dell’Uccellina, accompagnati dalla figlia Marianna.
Parlammo riservatamente anche della situazione politica nazionale e locale. Ma sono cose che custodisco nel mio cuore.

Bella persona il nostro Presidente.
Ha combattuto la buona battaglia, ha conservato la coerenza, ora riposa in pace.

Mi permetto di dedicargli l’indirizzo di saluto che pronunciai, quando venne a Grosseto, presso il Palazzo del Governo.

Benvenuto, Presidente Scalfaro
"Caro Presidente, avrei voluto iniziare così tante lettere a Lei dirette.
Oggi ho la splendida occasione di incontrarLa, qui nella nostra terra.
Sono felicemente onorato, emozionato, di rivolgerLe il mio saluto personale e quello dei maremmani, di tutti i miei conterranei.

• Nella vita di ognuno di noi, caro Presidente, in questi anni così complessi, c'è il bisogno di avere un punto di riferimento in cui ritrovare equilibrio, da cui cogliere parole e comportamenti. Un centro di gravità che ci accompagni, anche per un attimo, nei passaggi difficili, e ci offra non tanto soluzioni, quanto l'energia, la certezza che intorno non si è soli.
Lei è stato una delle figure a cui ho guardato, le Sue parole sono giunte nel momento opportuno, hanno compreso e fatto comprendere, hanno fatto resistere e guardare con speranza al futuro.

Il bene comune che mi ha ossessionato in questi anni di presidente della Provincia ha trovato nel Suo operato la soluzione semplice e ricca, naturale e viva.
Come pure l'alto senso delle istituzioni che da sempre La hanno caratterizzata
e che tutti dovrebbero coltivare e far crescere e che, invece, non sempre lo si trova specie in taluni che attorno alle istituzioni ruotano.
La ringrazio come cittadino.
Credo che l'Italia sarebbe stata diversa senza la Sua coerente fermezza e umanità.


• Il Suo incontro di oggi è nato per esaudire un desiderio degli amici "nomadelfi", per i quali l'amore fraterno è regola, in eroica applicazione della loro fede. E' quanto si trova scritto nella loro Costituzione ed è quanto ho potuto sperimentare tutte le volte che sono entrato in contatto con la comunità.
Il popolo nuovo, come amano chiamarsi, somiglia a quei grandi massi dove, entrando nella Comunità, sono testimoniate le loro regole. Rappresentano un monito severo verso il resto del mondo, ma anche un sorriso, una speranza, una guida per coloro che sono dispersi.
E sono gioia i loro spettacoli, è gioia quella che trasmettono ai loro visitatori e ai loro figli.
Non so se sarà mai possibile che comunità più vaste, nazioni, popoli si possano organizzare sullo stile di Nomadelfia.
Dentro il mio cuore sento, però, che così dovrebbe essere.

• Caro Presidente questa nostra terra con una storia aspra e difficile, è terra di accoglienza e di rifugio. Lo è stata per la gente venuta a bonificare le paludi e popolare le terre nel dopo guerra, lo è per chi oggi ricerca luoghi di riflessione e di sosta, spazi in cui far volare gli occhi e crescere i figli.
Il suo futuro, ne sono convinto, è nella capacità di compiere un percorso che sappia creare un nuovo umanesimo, una nuova unità, quella fratellanza che sa essere rottura degli interessi di pochi, tessitura della vita di tutti, punto di riferimento delle giovani generazioni, qualità della vita delle generazioni future.
Benvenuto, caro Presidente della Repubblica Italiana”.

Stefano Gentili

domenica 8 gennaio 2012

5 ANNI DEL MIO “SECONDO TEMPO”: GRAZIE

Ieri mattina, 7 gennaio, i miei tre figli in prima mattinata mi hanno fatto una sorpresa molto particolare.
Sono venuti a svegliarci (dormo con mia moglie) con il consueto latte e caffè a cui hanno aggiunto due fette di panettone e 5 candeline.
Mi hanno preso un po’ alla sorpresa, perché dopo aver dormito non molto durante la notte mi ero assopito in mattinata, ma la loro apparizione è stata una gioia.
Mi hanno fatto gli auguri per i 5 anni del secondo tempo della mia vita: dal quel 7 gennaio 2007 quando ricevetti il dono del trapianto di polmone.

Per me è una gioia poter stare ancora con loro e con Rossella in questa vita, come con tutte le persone che conosco e per le quali nutro affetto.
Il sentimento che desidero esprime anche quest’anno è sempre lo stesso: GRAZIE, a cominciare dalla persona che me lo ha donato e dalla sua famiglia (per i quali prego quotidianamente), dai medici dell’ospedale di Siena e, via via, tutti gli altri che non posso nominare perché la commozione prende il sopravvento.
Grazie

Stefano Gentili