Non era difficile prevederlo. E’ quello che temevo, sin dal mio “post” del 30 aprile: Destra vera e nuova sinistra.
C.V.D. sta per come volevasi dimostrare. La destra post-ideologica italiana ha già iniziato a fare tutte le parti in commedia.
Di fare la vera destra, non se ne parla minimamente: basta vedere come ammanta persino la “politica della sicurezza”, con la difesa degli strati popolari.
Il governo “esplicitamente mutua il rientro dal deficit di Prodi, il risanamento dei conti da Padoa Schioppa, le liberalizzazioni da Bersani, il pacchetto sicurezza da Amato, le politiche scolastiche da Fioroni, perfino la lotta all’evasione da Visco e il federalismo non dalla Lombardia ma dalla Conferenza delle Regioni” (Europa).
Possiamo anche aggiungervi “l’anarchia dei valori” denunciata a suo tempo da Famiglia Cristiana a braccetto con il plateale e studiato baciamano di Berlusconi al Pontefice.
Penso che tutta questa invasione di campo non faccia bene all’Italia. La commedia, alla lunga, si trasformerà in tragedia, perché non affronterà mai i veri nodi strutturali che zavorrano il Paese.
Ed è anche un bel casino per noi del PD, ancora rintronati dalla batosta elettorale e incerti delle nostre “buone ragioni”.
Letale sarebbe mettersi di nuovo a cercare le ragioni del socialismo, le alleanze forzate con le macerie alla nostra sinistra, a sponsorizzare il girotondismo, a dare ascolto ai rimasti senza collocazione.
Il Paese è altrove. La strada è “riprendere il filo del Lingotto, rimettersi pazientemente a parlare con gli italiani di famiglia, valori, ordine, sicurezza, stabilità del lavoro, doveri e diritti, parità delle opportunità di partenza, meritocrazia negli studi” (Europa), eccetera, eccetera.
Non servirà certo per vincere subito (e chissene!), ma sarà utile all’Italia e metterà i Democratici in linea con il futuro.
Stefano Gentili
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