mercoledì 28 maggio 2008

CHI PREMIAMO A SCUOLA?

Qualche giorno fa ho dato un passaggio a tre autostoppisti: due ragazze e un ragazzo.
Abbiamo parlottato …“che fa lei”, “che fate voi”: "io ero un professore", "ah!!!". "E noi siamo studenti", "uhm!!!".

Erano tre studenti di una scuola superiore della provincia di Grosseto.
Il discorso inevitabilmente è caduto proprio sulla scuola e sulla fine d’anno scolastico.
Erano incavolatissimi per il metro di giudizio di alcuni loro insegnanti: "premiano i somari e fanno i difficili con chi si è impegnato tutto l’anno".

Dice una delle due ragazze:“Quei due hanno raggiunto a mala pena la media del 4,5 e l’insegnante di ..... ha detto che con una interrogazione sufficiente, la prossima volta, sull’ultima parte del programma, forse li porta allo scrutinio con la sufficienza. E a me, che ho costantemente voti tra l’8 e il 9 (media del 8,8), dice che non sa se potrà portarmi con il 9”. “E a me – aggiunge l’altra – che ho una media del 7,9, ha detto che quella è e con quella mi porta allo scrutinio”.
Il ragazzo stava zitto: chissà che medie aveva.

Qualcosa non torna??????

Stefano Gentili

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Stefano,
a partire dalla metà degli anni '70 la scuola italiana ha vissuto il cosiddetto periodo della democratizzazione, culminato poi con i decreti delegati, la legge 820 che di fatto istituiva il modulo del Tempo Pieno, la legge 148 che nella scuola di base - istituendo l'equipe modulare - mandò in pensione la figura dell'insegnante unico; gli anni '90 con il mito dell'autonomia, del patto formativo, del successo formativo, del progetto formativo.... tutto formativo, talmente formativo che i dati sulla formazione degli studenti italiani forniti dall'indagine OCSE PISA, sono lì a far da specchio al fallimento di una stagione politica-scolastica, basata sulla demagogia dei progetti, di un falso e pericoloso buonismo, di mode bizzarre a seconda del ministro di turno (basti pensare al documento di valutazione)....
Possiamo discutere di tutto, ma questi dati sono lì, impietosi, oggettivamente duri: al quesito 'Perchè si alterna il giorno e la notte?' 'Perchè gli uomini devono andare a letto' - ed altre risposte strampalate - hanno risposto moltissimi studenti. Roba da pensiero magico-infantile ben descritto dall'epistemologo Jean Piaget.
La giovane con la quale hai parlato ha ragione ad essere indignata; "io mi faccio in quattro per conquistarmi il 6, il 7, l'8 etc, vado alle interrogazioni...... dall'altra parte ci sono persone che fanno i cazzi loro per tutto l'anno e con un'ultima interrogazione SULLE ULTIME COSE (SIC!) sbarcano il lunario".
Tralascio la vergognosa situazione dei debiti e suggerisco alcune riflessioni.
- Comunque sia la responsabilità di quanto sopra è del mondo degli adulti.
- Dietro il disagio giovanile c'è il disagio degli adulti.
- Se un'istituzione qualsiasi, famiglia, scuola etc, non mette regole, flessibili quanto vogliamo, ma pur sempre regole, ci sarà sempre chi si sente autorizzato a fare tutto e il contrario di tutto.
- L'infrazione di una regola dovrebbe comportare una 'riparazione educativa' funzionale a far acquisire 'il senso civico del vivere insieme'. Qualche purista può storcere il naso, ma non c'è vera libertà umana se non in riferimento a valori condivisi e al rispetto degli stessi.
- Soprassedere alle riflessioni della ragazza e/o mandare immeritatamente alla classe successiva ragazzi che non hanno acquisito CONOSCENZE / ABILITA' / COMPETENZE funzionali alla frequentazione della stessa significa, paradossalmente, compiere un atto di violenza nei confronti di questi studenti; e si tratta di un atto pericoloso, perchè tendenzialmente foriero di atteggiamenti mentali e comportamentali che, a lungo andare, ricadranno sul sociale. "Tanto alla fine va tutto a tarallucci e vino, chi me lo fa fare di impegnarmi... mica sono scemo! Che bischeri questi secchioni che stanno lì ore e ore sui libri".
Hai capito Stefano? Viene 'a saltare pericolosamente' il PERCORSO in funzione di.....; viene a mancare ciò che Pablo Neruda - nella mirabile poesia Lentamente muore - sintetizza in due geniali versi: "SOLTANTO L'ARDENTE PAZIENZA PORTERA'/ AL RAGGIUNGIMENTO DI UNA SPLENDIDA FELICITA'".
- Sempre dietro al demagogico concetto 'del successo formativo' della serie 'n'do coglio, coglio, avanti tutti (per me il vero successo formativo lo garantisce quella Scuola che rispetta i giusti tempi di maturazione degli alunni, garantendo loro una vasta gamma di opportunità informative), sta generando un'anomalia del tutto italiana nel contesto scolastico europeo e mondiale, ove gli Istituti Tecnico-Professionali costituiscono il 'nerbo' dello sviluppo economico di questi paesi, in quanto a monte la scuola 'filtra' efficacemente. Nel nostro bel paese questo non accade........
- Ultima banale considerazione: una scuola efficace ed efficiente, oltre ai laboratori di recupero, dovrebbe garantire anche opportunità di potenziamento /approfondimento per tutti coloro che hanno ritmi di apprendimento più 'anticipati' di altri... Insomma, le eccellenze vanno coltivate, non appiattite, perchè la vera uguaglianza consiste nel rispetto della diversità.
E questo concetto è per me sempre valido a 360° e non soltanto quando mi fa comodo o applicabile a certe situazione sì ed altre no, in nome di un relativismo culturale anomico ed infantile.
Cordialità.
An.carr.

ReAnto ha detto...

Infatti ,non tornano tante cose.
Mio figlio frequenta il liceo classico .Buon studente ma per strappare un voto più alto non ti dico..vero.. e poi ci sono i soliti furbetti, quelli che vivacchiano tra eterne insufficienze , a scuola disturbano, che però vengono premiati per lo sforzo fatto al termine dell'anno...
Non è giusto ,non sarà e non è mai stato ,giusto. I furbetti continueranno a fare sempre più i cavoli loro ed ai volenterosi scemerà sempre più la voglia di studiare. ..(Il famoso "mantra" perchè ormai è un" mantra" recitato da mio figlio: A che serve studiare cosi tanto se poi..i ciuchi... etc etc.
La scuola italiana è allo sfascio.. è vittima di un sistema contorto e distorto che mi pare non passi giorno per dimostrarci vche ha fallito.
E questo è solo un lato.

Buona domenica .
Antonio