Questione morale si, questione morale no. Ma che diavolo! Cosa stiamo dicendo?
La questione morale c’è sempre stata e sempre ci sarà.
Perché riguarda noi, il nostro modo di essere e di relazionarsi con gli altri (presenti e futuri) e con le cose.
Non riguarda tanto i singoli errori che tutti commettiamo, le sbavature, ma la nostra persona nel suo dinamismo esistenziale e la scelta di fondo che E. Fromm delineava in un suo ancora attualissimo saggio: 'avere o essere?'
E’ tornato di moda parlare di questione morale riferita alle forze politiche e alla gestione della cosa pubblica. E’ bene che se ne parli, si indaghino le cause e si approntino adeguate terapie.
Che tipo di contributo offrire da parte mia? Teorico? No, sarebbe lungo e noioso. Proviamo la via pratica.
A conclusione dell’esperienza di Presidente della Provincia di Grosseto ebbi a tracciare un bilancio della nostra azione letto sotto la lente del primo obiettivo che ci eravamo posti: quello della ‘Provincia amica’.
Quasi all’inizio di quella riflessione (ancora oggi rintracciabile sul mio sito www.stefanogentili.it) dedicai alcune considerazioni proprio alla questione morale. Eccole.
“Uno dei capisaldi della nostra azione è sintetizzabile nella ‘questione morale’.
Atteggiamento mai gridato, né ostentato, si è concretizzato in un ventaglio di iniziative e di comportamenti.
Innanzitutto in un grande sforzo di trasparenza e comunicazione considerate entrambe presupposti e palestra del gioco democratico. Basti ricordare che il nostro Periodico ha avuto una tiratura complessiva di 129 mila copie; il Quotidiano ha diffuso oltre 6 mila notizie a quotidiani, istituzioni, associazioni, istituti di credito.
Il nostro Sito Internet è stato visitato da oltre 30 mila persone; sono state distribuite circa 3 mila segnalazioni di programmi comunitari, notizie e iniziative europee e circa 1000 segnalazioni e commenti giuridici.
Quindi nell'accettazione reale della separazione dei ruoli tra amministratori e dirigenti (anche nella individuazione degli incarichi che hanno sostanzialmente gestito questi ultimi assumendosi la responsabilità dei risultati) e nella ricollocazione dei dipendenti tutti sullo stesso piano a prescindere dalle appartenenze.
Poi, nelle pari opportunità effettivamente date a tutti coloro che si sono avvicinati ai concorsi promossi dall'Ente.
Ma anche nel rifiuto motivato di offrire risposte alle ‘particulari’ istanze di singoli cittadini e nel contestuale forsennato impegno a lavorare per risposte di quadro all'interno delle quali potessero trovare soddisfazione il maggior numero di necessità possibili.
Particolare attenzione è stata inoltre posta nel posizionare correttamente l'istituzione Provincia nei confronti delle forze politiche, anche di maggioranza, e dei soggetti sociali. Perché la Provincia amica è ‘amica di tutti’ e non di una sola parte, fosse anche quella che legittimamente ha vinto le elezioni (e che ha il diritto-dovere, di partecipare, nei modi istituzionalmente corretti, alla elaborazione delle grandi politiche dell'Ente).”
Tutto qua.
Stefano Gentili
1 commento:
Come spesso succede leggendo il blog di Stefano Gentili debbo dire di essere daccordo con il suo ultimo contributo. Appezzo lo sforzo che ha fatto nella sua esperienza politica di affidarsi alla partecipazione ed alla trasparenza.
Magari tutti gli amministratori facciano altrettanto !
Voglio chiedere al già amministratore di provincia cosa ne pensa dell'attuale (oramai neanche più tanto...) dibattito circa la eliminazione dell' ente Provinciale .
Qualche settimana fa un giornale ha lanciato la raccolta di firme (raccolta che è andata molto bene) per perorare la causa della chiusura di questi enti.
Cosa ne pensa l' amico Gentili ?
Alessandro Bartoli
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