sabato 3 ottobre 2020

GIUSEPPINA GESTRI, UNA SANTA DEL NOSTRO TEMPO

“Una delle donne più esemplari della nostra Chiesa diocesana”, la volle definire nell’omelia del funerale nel 2010 l’allora vescovo di Prato, Gastone Simoni. Io direi più sinteticamente, una santa.

Giuseppina Gestri, la Giusy, l’ho incontrata ai campi scuola regionali dei primi anni ’70, poi in seguito quando veniva nella nostra diocesi per incontri formativi e di spiritualità come responsabile nazionale dell’Azione Cattolica, invitata da don Giorgio Gubernari. L’ultima volta che ho potuto godere della sua presenza è stato a metà anni ’80, quando insieme a Rossella – e accompagnato dagli amici Lidia De Caro e Riccardo Bonechi – siamo andati a trovarla nella casa “La Colombaia” a Firenze dove accoglieva ragazze minorenni con alle spalle gravi problemi familiari.

Giovanissima lasciò la natia Casale per una scelta vocazionale che la condusse nel 1955 ad entrare nell’Istituto Secolare delle Spigolatrici della Chiesa. Sono “laiche consacrate” che vivono “la consacrazione a Dio, attraverso i consigli evangelici (povertà, obbedienza e castità), nelle comuni condizioni di vita, condividendo la quotidianità delle persone” del proprio ambiente. E si impegnano “a vivere con competenza il lavoro, la professione, l’impegno nel mondo e nella Chiesa. Solidali con i poveri, in ricerca della giustizia e attente ai segni dei tempi”, cercano “di discernere con sapienza le luci e le ombre presenti nel mondo e nella storia per fare spazio al progetto di Dio su di essa”.

Forte di questa scelta radicale capace di dilatarla a tutti nell’annuncio e nel servizio, divenne assistente sociale e lavorò a lungo con questo incarico in un importante lanificio, facendosi apprezzare per l’attenzione ai lavoratori e alle loro famiglie. Presidente della Gioventù Femminile di AC della diocesi di Prato a metà anni ‘60, girava instancabilmente per tutte le parrocchie organizzando incontri formativi e ritiri spirituali. Le sue capacità carismatiche la fecero apprezzare anche a livello nazionale e nel 1972 fu chiamata a Roma prima come segretaria del settore giovanile di tutta l’Azione Cattolica, poi al più delicato ruolo di Responsabile nazionale del rapporto con le regioni e le diocesi. E qui svolse un ruolo di tessitura di relazioni e contatti che si riveleranno fondamentali per l’associazione in quel cruciale tempo post-conciliare, periodo anche lacerato dal referendum sul divorzio, gli anni di piombo con l’assassinio di Aldo Moro nel 1978 e del presidente Vittorio Bachelet nel 1980.

Fu proprio quest’ultimo l’anno del suo rientro a Prato e, fedele alla sua vocazione, entra in una comunità fondata da un sacerdote pratese, Danilo Aiazzi, la Pro Verbo e su invito dello stesso diviene direttrice della Casa La Colombaia dove l’ho incontrata.

Di lei ho chiesto un ricordo all’attuale parroco dell’Isola del Giglio, don Lido Lodolini, che l’ha conosciuta molto bene.

“Giuseppina è stata la presenza importante di una spigolatrice che ci ha aiutato ad innamorarci di Gesù, come lo era lei … gioiosa ed entusiasta della sua vita donata a Lui. Ricordo con tanta gratitudine la sua presenza ai campi scuola. La Giusy ti coinvolgeva parlando con tanta semplicità “de’iSSignore” (come diceva) - che, buono e grande nel suo amore, infinitamente misericordioso da buon samaritano, era sempre pronto a venirci incontro nei nostri problemi di giovani e adolescenti - con la tenerezza e la forza che trasparivano dallo sguardo dolce e dal parlare pacato della sua voce.

La vedevo spesso prendere sottobraccio qualcuno o qualcuna. Si usava dire ai campi scuola che la Giuseppina (madre spirituale) confessava (preparava alla confessione) e don Icilio poi dava l’assoluzione.

Ancora oggi ringrazio il Signore per aver incontrato ai campi scuola un padre spirituale, don Icilio, e una madre spirituale, la carissima Giuseppina che, ormai da tempo in cielo, accanto all’Amore sorgivo, ci vuole infinitamente più bene”.

Ipse dixit, e io confermo.

 


Campo scuola di Campitello, 1970, Giuseppina insieme a don Lido Lodolini e Daniela Bonci

Campo scuola di Campitello, 1970, Giuseppina insieme a don Icilio Rossi, Aurelio Leoni, Emma Dominici


Giuseppina in tempi più recenti




 

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