martedì 19 agosto 2008

PARROCCHIA: E QUI COMANDO IO…E QUESTA E’ CASA MIA…

Domenica scorsa, 17 agosto, ero tornato dalla Messa sinceramente contento dell’annuncio contenuto nelle Letture. Specialmente l’episodio della donna cananea (pagana appartenente a un popolo considerato straniero dagli ebrei della Terra Promessa) aveva ricordato che per Dio non esistono stranieri o lontani. La salvezza è per tutti e, anzi, spesso la fede degli stranieri supera quella del popolo eletto. A dir la verità ero pensoso, perché riflettevo sulla mia poca fede e disponibilità all’accoglienza, ma contento per quell’annuncio.

Poco dopo accendo il computer e vado a controllare la posta elettronica rimasta arretrata di alcuni giorni (almeno in agosto riposiamoci un po’!) e, ultima di molti altri messaggi - anzi recentissima di qualche minuto - trovo una mail, che in parte trascrivo:

“Caro Stefano, oggi al termine della Santa Messa, prima della benedizione, il Parroco officiante così si è rivolto ai fedeli: Qualcuno mi ha chiesto Famiglia Cristiana. Ovviamente l’ho rispedita in blocco al mittente. L’articolo che vi è stato pubblicato e di cui tanto si è parlato è una vera vergogna! Non è certo questo il pensiero della Chiesa! A suo tempo Ratzinger fece licenziare un altro direttore di questo giornale. Spero che al più presto licenzino pure questo! E’ una vera vergogna! Qui si rischia di diventare una caserma. Riprenderò Famiglia Cristiana soltanto quando avrà cambiato registro e quando lo deciderò io. Per certi articolacci basta leggere Repubblica".
(Segue benedizione e augurio di buona Domenica tra vari e diversi borbottii di commento).

Conclude l’amico: “sappi che mentre ti scrivo sto ancora tremando nell’anima per l’indignazione. E tutto ciò dopo essermi da poco comunicato…”.

Forse l’officiante, dopo che in giugno Famiglia Cristiana aveva parlato di un governo “ossessionato dai giudici”, mentre alle famiglie “offre carità di stato” e in seguito aveva definito “indecente” la proposta di prendere le impronte ai bambini Rom, ha sentito il vaso tracimare quando nell’ultimo numero di agosto, sempre lo stesso settimanale si è chiesto se nel paese non ci sia “un pericolo di ritorno al fascismo”.

Al caro amico, che mi ha scritto, sento di dire: anch’io sono dispiaciuto e contristato.
E non tanto per il parere del sacerdote officiante, che è opinabile, come lo sono gli articoli di Famiglia Cristiana.

Quello che mi disturba è che l’abbia fatto in Chiesa e senza averlo eventualmente discusso e deciso insieme alla sua comunità ecclesiale, ma da solo. Da unico e totalitario soggetto decisore. Mi viene in mente “un uomo solo al comando”, ma quello era Coppi. Certamente in radicale contraddizione con il concetto di popolo di Dio, consacrato dal Concilio Vaticano II.

Leggo, poi, su tutte le prime pagine dei maggiori quotidiani italiani, che all’Angelus di domenica Papa Benedetto ha detto: è ormai “tempo di fermare le nuove forme di razzismo e di intolleranza che vanno sempre più emergendo” (La Repubblica 18 agosto) e che la comunità cristiana “è chiamata ad essere casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l’intera famiglia umana” (L’Avvenire 19 agosto).

Un ripassino dell’Insegnamento sociale della Chiesa e delle Beatitudini evangeliche al parroco (officiante o no) farebbe molto bene.

Stefano Gentili

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve!
Il mio nome è Andrea e alcuni già mi conoscono.
Sono quello che l'ultima volta è intervenuto sul discorso delle impronte ai Rom e che ha presentato il primo intervento all'incontro sulla gestione dei rifiuti a GR il 4 luglio.
Vorrei intervenire al proposito del discorso per dire la mia:
è sicuramente sbagliato che il parroco si sia arrogato il diritto di scegliere da solo in barba alla comunità.
A mio parere avrebbe potuto scrivere una lettera aperta a tutta la comunità, da fare allegare in ragione di una copia per giornale, ai numeri di Famiglia Cristiana.
Senz'altro bisogna ammettere che può esprimere le sue ragioni usando un canale preferenziale, visto che è il pastore della comunità e che per questo ha visibilità, ma forse va perdonato per eccesso di intemperanza.
A volte si può essere stanchi o fuorviati e questo preclude la via del dialogo, che è e deve essere sempre la nostra.
Un dialogo, poi, assolutamente ovvio poichè rispecchia due sfaccettature di comportamento dei fedeli che non portano affatto alla constatazione di insanabili e profonde differenze di vedute.
Ognuno di noi ha il suo modo di vedere gli eventi (e la mia versione in merito alla questione Rom, impronte digitali e giudici l'avete già sentita tante volte), ma prima di esaminarli sarebbe forse il caso di discutere sul significato di alcuni concetti:
- giustizia
- accoglienza
- bene comune
Poichè secondo me è questa la radice dei nostri problemi attuali

Anonimo ha detto...

coincidenza.
Questa mattina sulla posta elettronica trovo l'invito di Stefano a ragionare sul famoso editoriale di curiosa Famiglia Cristiana.
Ero appena tornato dal Tribunale di Perugia dove, nella sala di aspetto, ho trovato diverse fotocopie dell' articolo di Famiglia Cristiana. Strano, mi sono detto, perchè trovo queste fotocopie ora mentre non ne trovavo quando analoghe critiche la stessa Famiglia Cristiana faceva al governo Prodi ? Mi sono, subito dopo, dato la risposta. Perchè sovrapposte alle fotocopie di cui dicevo prima ve ne erano altre - del sindacato - di solite rivendicazioni sindacali...
Allora la spiegazione viene immediata. Non appena la critica del mondo cattolico si espone contro il governo Berlusconi trova subito chi è disposto a farsene portabandiera; non altrettanto quando si invertono i termini della questione. Ma tant' è, da cattolici "adulti" dovremmo essere vaccinati.
Veniamo al punto. Ho letto con attenzione l' editoriale di cui si è detto. L' ho trovato molto ben fatto, equilibrato e a mio giudizio non meritevole di tanta pubblicità. E' quanto ha sempre sostenuto il mondo cattolico. Piuttosto non ho trovato la famosa frase...."di rischio di ritorno al fascismo...".
Forse sul punto mi sarò distratto o è collocata in altro contesto delle rivista...ma chiedo:
le parole sono pietre e come tali andrebbero utilizzate; non si può usare un simile linguaggio che trovo fuori dal mondo. Sarebbe come dire che al tempo di Prodi c'era il rischio dello stalinismo. Ma non ci facciamo ridere per carità...o meglio se vogliamo proprio ridere facciamolo in altro modo..visto che in giro di spunti ce ne sono.
Ad maiora.
Alessandro bartoli

Anonimo ha detto...

Il parroco che ha fatto e detto quanto citato credo che, come minimo, dovrebbe essere richiamato dal vescovo.Ma chi era ?
Il concetto di popolo di Dio, consacrato dal Concilio Vaticano II , molte volte viene messo in secondo piano.
Tutto o quasi è opinabile però che un sacerdote si sia permesso di fare certe dichiarazioni nella casa di Dio è veramente una cosa vergognosa.
Achille Di Legge