Aligi, un
caro amico, due giorni fa mi faceva notare un curioso periodo contenuto nel
calendario di Frate Indovino di quest’anno, al mese di marzo.
In fondo
alla pagina di questo mese, all’interno del riquadro ‘Hanno detto di lui’, è
riportata la seguente frase attribuita a Benedetto XVI: “Nella Chiesa del tempo ultimo si imporrà il modo di vivere di san
Francesco che, in qualità di ‘simplex’ e ‘illitteratus’, sapeva di Dio più cose
di tutti i dotti del suo tempo, perché egli lo amava di più”.
Chiesa
dell’ultimo tempo…Francesco… Un brivido è transitato per la schiena…
Calma e
gesso.
Intanto
il testo non è di Benedetto XVI, ma di Joseph Ratzinger e risale al suo periodo
giovanile (‘anni 50), quando fece la tesi di abilitazione all’insegnamento su
San Bonaventura.
E
probabilmente riporta il punto di vista del francescano Bonaventura da
Bagnoregio (magari condiviso dal futuro pontefice).
Inoltre
il “tempo ultimo” – per dirla con Ugo Sartorio - non è il tempo che verrà, un
futuro indefinito che un giorno, chissà quando, ci sarà dato da vivere.
Il tempo
ultimo è quello inuagurato da Gesù Cristo ed è il presente attraversato dall’«oggi» di Dio, da una possibilità sempre
nuova di schierarsi dalla parte del Vangelo e delle sue Beatitudini.
Certo, però, che meditare questa frase poco dopo l'elezione a Vescovo di Roma di un pontefice che parla di povertà e di poveri e si chiama Francesco...fa una certa impressione.
Stefano Gentili
1 commento:
Più che un brivido per la schiena, una speranza nel cuore,
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