Sta
maturando in alcuni di noi una consapevolezza nuova grazie ad esperienze forti
che ci viene data l’opportunità di vivere e che ci pongono dinanzi alla Parola
di Gesù e dei Profeti dell’Antico testamento in modo dirompente.
Tutto questo oscillare all'ombra della
Parola è fuoco per la nostra paglia di adolescenti, il Vangelo ci appare
esplosivo e non oppio dei popoli, come aveva detto il barbuto. Veniamo spinti a
vivere l’esperienza del vangelo in modo radica le. L’esperienza dei campi scuola
diocesani che facciamo decollare dal 1977 (a Faltona) e dal 1978 a Triana, sta a
segnalare la svolta.
E quella è
la nostra alternativa personale e comunitaria che si pone quasi come una sfida
all'altra alternativa, quella del sessantottismo. È l’alternativa di giovani
impegnati nell'annuncio del Vangelo, nella vita di gruppo alla Casa del
Giovane, aperta a tutti ma secondo un certo stile, nell'educazione dei ragazzi,
in scelte anticonsumistiche e impegni di solidarietà.
Naturalmente siamo giovani e tutti i
modi sono buoni per divertirci.
L’azione cattolica si prende 9 anni
della mia vita e prende anche quella di altri giovani, adulti e ragazzi. Diamo
una bella spinta all’associazione diocesana, grazie alla disponibilità di tanti
giovani: facciamo nostra la rivoluzione dell’ACR, il settore giovani inizia a
galoppare e macinare iniziative (specie campi-scuola diocesani), nasce il
Movimento studenti di AC.
Precisiamo
la nostra distinzione dalla politica, soprattutto dalla DC e vi rimaniamo
fedeli.
Per me fondamentale è la conoscenza e
la sintonia con il segretario nazionale Dino Boffo, che nel 1980 partecipa alla
nostra assemblea diocesana, come pure l’esperienza nel consiglio nazionale di
AC che mi permette di incontrare tante belle persone e di vivere la principale
battaglia del mondo cattolico del periodo: quella tra la scelta religiosa e la
scelta sociale.
Nel
frattempo partecipo alla vita della Chiesa diocesana, rivoluzionata dal Vescovo
Giovanni D’Ascenzi. Quella straordinaria esperienza si chiude a febbraio del
1986 e altri prendono in mano l’associazione.
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