PER IL NUOVO PARTITO POPOLARE
Frammenti per la Costituente
Gennaio 1994
SOMMARIO
1 Il tempo delle scelte
2 Cose nuove solo da
gente nuova
3 Carattere della nuova
formazione
4 "Nomina sunt
consequentia rerum"
5 Schieramenti e
alleanze
6 Costituente provinciale
7 La selezione dei primi
responsabili del Nuovo Partito Popolare
8 Alcuni aspetti
organizzativi
Gli appunti che seguono sono il frutto delle riflessioni che
durante l’estate e l’autunno ‘93 ho condiviso con quel gruppo di amici che, in
primavera, vollero riconoscersi attorno alla mia candidatura alla Segreteria
provinciale scudocrociata.
Compagnia arricchitasi di altre presenze provenienti dal
mondo cattolico, con la quale ho sofferto e soffro le contraddizioni e i dubbi
del tempo presente.
La compagnia di primavere non s’è dunque dileguata: ha
continuato la sua battaglia, senza eccessivi clamori.
L’obiettivo era e resta quello di giungere alla Costituente Provinciale.
Da qualche giorno è venuta alla luce una Commissione,
nominata dal Segretario Provinciale democristiano, che dice di voler
predisporre l’itineriario per giungere a quell'obiettivo.
Lo spero vivamente.
Stefano Gentili
1. IL TEMPO DELLE SCELTE
1.1 Il tempo che stiamo vivendo è talmente diverso anche
dall'immediato passato, che non è più possibile rispondere alle sollecitazioni
attuali con modalità, strumenti ed atteggiamenti minimamente invecchiati.
1.2 La "forma-partito",
nata in Italia con la resistenza e rimasta operante per cinquant'anni, è morta
con il periodo storico che è ormai definitivamente alle nostre spalle.
1.3 La morte della tradizionale
forma-partito ha inevitabilmente messo in crisi tutte le aggregazioni
politiche del nostro paese.
1.4 Senza partiti, però, non si
conosce democrazia rappresentativa. La fine di una forma-partito non è la
fine dei partiti e della loro insostituibile funzione, tra l'altro
consistente nell'evitare la caduta delle decisioni in mano a lobby più o meno
occulte, dell'una o dell'altra oligarchia.
Finita, allora, una forma vecchia non
resta che inventarne una nuova.
1.6 Per aprire realmente la "terza fase" storica della
presenza politica del cattolicesimo democratico, bisogna avere il coraggio in
primo luogo di dichiarare la fine della storia democristiana.
1.7 Quindi, contestualmente
realizzare un nuovo capitolo, caratterizzato dalla costituzione di quello che
può essere chiamato il Nuovo Partito Popolare (NPP).
La crisi della forma storica della
DC rende possibile, per la prima volta nella vita del nostro paese, la
piena realizzazione dell'intuizione sturziana, quella cioè, di un
partito d'ispirazione cristiana, laico, aconfessionale, di credenti e non
credenti insieme, popolare, aperto cioè alle fasce sociali meno favorite,
animato da un impegno riformista coraggioso e forte.
1.8 La grande avventura che
abbiamo dinanzi richiede interpreti "liberi e forti".
Forti perché hanno tagliato con le pratiche dei vecchi tempi, segnate dalla
"paranoia del potere".
Liberi perché consapevoli che saranno altri a raccogliere i frutti dell'odierna
semina.
1.9 Sbaglia chi pensa che, avendo i voti,
non ha bisogno di cambiare.Sbaglia chi cerca di salvarsi per un eccesso
di capacità trasformistica.
1.10 Quello che ci sta a cuore è la verità dei
gesti. Il più importante dei quali è l'apertura di una reale fase
costituente anche a livello provinciale.
2. COSE NUOVE DA GENTE NUOVA
2.1 Per passare realmente dal vecchio
(che è morto ma si trascina) al nuovo (generato, ma non
nato) occorre un "filtro rigoroso" e un "collettore
adeguato".
2.2 Il primo (il filtro) deve servire ad
evitare che il Nuovo Partito Popolare (NPP) sia una sorta di "arca di
Noè", con l'ingresso dei rappresentanti di tutte le singole specie
animali. Non si cambia sommando le vecchie correnti di democristiana memoria,
né bloccando i processi naturali per voler tenere insieme anime ormai inconciliabili.
Non tutti i
democristiani potranno transitare nella nuova formazione. Non vi potranno convogliare gli orfani del Muro di Berlino, quelli cioè
che si definivano democristiani in ragione di un pericolo, anziché di un
valore.
Né si potrà agganciare chi si
diceva democristiano in ragione di una convenienza, anziché di un ideale.
Ci vuole, allora, un ricambio
radicale a tutti i livelli.
Ma il NPP non potrà neppure
nascere senza l'apporto degli ex-democristiani che hanno vissuto con coerenza e
pagato sulla propria pelle le grandi idealità dell'ispirazione cristiana in
politica.
2.3 Il secondo (il collettore) deve invece
essere in grado di favorire l'incontro e il raccordo di tutti coloro (singoli e
gruppi) che intendono dar vita alla grande avventura.
Non certo per mettere insieme
visioni dell'uomo e delle cose totalmente divergenti, ma per convogliare il più
possibile singoli e gruppi che si ispirano alla stessa matrice, all'interno di
una medesima aggregazione politica.
Coinvolgimento tutto da studiare
nelle modalità, ma che ci sembra l'unica possibilità per evitare
l'insignificanza politica dell'ispirazione cristiana.
Senza il
coinvolgimento di questi "mondi" non si dà NPP.
3. CARATTERE DELLA NUOVA FORMAZIONE
3.1 Quello che oggi ci è dato
vivere non è un tramonto, ma un nuovo momento di resistenza. Le esigenze del
presente e il fallimento di altre proposte storiche offrono alla visione
cristiana dell'uomo una grande occasione. E' in tal senso e a tal fine che
riteniamo ancora necessaria, la presenza di un partito come il
Nuovo Partito Popolare.
3.2 Siamo convinti che le idee proprie
della visione cristiana dell'uomo e della società (idee di rispetto dei
diritti umani, di solidarietà, di libertà, di democrazia, di servizio, di
autonomia della società civile, ecc..) sono quanto mai attuali.
3.3 La scelta religiosa della Chiesa (fine del
collateralismo), il legittimo pluralismo delle opzioni (fine dell'unità
partitica) e la laicità della politica (fine del confessionalismo),
sono dati ormai acquisiti.
3.4 Tra una presenza politica dei
cattolici diffusa su tutti i fronti (senza alcun partito significativo che si
ispiri esplicitamente ai valori cristiani) e la costruzione di una forza che
apertamente si richiami a detti valori (senza per questo pretendere l'adesione
di tutti i cattolici) ci sembra più significativa e utile la seconda strada.
3.5 Il NPP si ispira
esplicitamente ai valori cristiani, ma non è il "partito cattolico".
Il voto cattolico non è più scontato per nessuno: anche il NPP dovrà meritarselo
grazie all'onestà e alla competenza degli uomini e alla coerenza ed efficacia
dei programmi.
3.6 Dissoltosi lo stato di
necessità di fronteggiare il comune nemico comunista, i cattolici
politicamente impegnati hanno il dovere e la facoltà di essere più
compiutamente se stessi, dispiegando in pieno le risorse
dell'ispirazione cristiana.
a)
l'integrità della persona e il suo corredo di diritti inalienabili;
b) la libertà
nelle sue varie determinazioni (di pensiero, di associazione, economica, ecc);
c) la
giustizia sociale intesa come tensione all'uguaglianza in concreto possibile.
L'analisi della situazione attuale
e delle forze in campo conduce a concludere che oggi -dei tre principi guida-
sono insidiati il primo e il terzo.
Non il secondo, che si fa strada
da sé in virtù dell'egemonia di forze economiche e di culture di stampo
liberale, talvolta esasperate.
Una genuina ispirazione cristiana
suggerisce di applicarsi sugli altri due fronti: ecco perché, tanto più oggi, una politica fatta da cristiani non può che essere audacemente
riformatrice e di timbro solidaristico.
3.8 Mettere in campo l'ispirazione
cristiana per dar corso ad una politica di segno liberal-democratico è
inopportuno. Anche se è più agevole, perché accorda processi in corso e forze
egemoni.
3.9 Il NPP se vuole veramente
aprire la terza fase del cattolicesimo democratico deve -su basi di
autentica laicità- prendere sul serio la Dottrina Sociale della
Chiesa anche quando il suo indirizzo non raccoglie facili consensi (o
ne raccoglie solo rituali e di facciata).
La democrazia è certamente regola,
procedura, processo, condizione perché ciascuno possa esprimersi; ma non è
la democrazia agnostica di matrice liberal-contrattualistica. E' la "democrazia
autentica" che tutela i diritti inviolabili e inalienabili
dell'uomo.
3.11 Il popolarismo
del NPP non può essere un vuoto e retorico sostantivo.
Oggi vuol dire creare le
condizioni per garantire a tutti i cittadini un adeguato pacchetto di risorse:
dall'istruzione al lavoro, dal reddito ai servizi sociali, dalle condizioni
abitative a quelle ambientali, relazionali e via dicendo.
E siccome la crescita del benessere non si
diffonde di per sé in favore di tutti, anzi il reddito e la ricchezza tendono a
concentrarsi e le disuguaglianze si accentuano, una forza popolare deve
spingere lo Stato e le varie comunità ad innescare un'adeguata funzione redistributiva, commisurata ai diversi livelli di svantaggio sociale.
3.12 In un tempo nel quale ancora ci dibattiamo
tra i cantori estasiati e i critici ad oltranza del sistema
capitalistico, riaffermiamo con perentorietà la nostra "accettazione
critica" dello stesso.
Accettiamo ovviamente le sue
fondamentali istituzioni economiche (la proprietà privata, il sistema
salariale e il mercato e -con questo- la libertà di consumo, di investimento,
di occupazione, di iniziativa economica e di concorrenza leale).
Ne critichiamo, però, fortemente
taluni esiti, primi tra tutti la disoccupazione, il consumismo e
l'alienazione.
Siamo fieramente contrari, in
specie, al suo innalzamento da sistema economico a "filosofia dei
valori": le regole del mercato non possono essere scambiate per
valori di vita, e la necessità del profitto nell'economia non può condurre a
ritenere il benessere materiale come lo scopo principale della vita dell'uomo.
3.13 Il NPP sarà quindi "riformista"
e nel contempo "temperato": contrario, cioè,
agli opposti estremismi di destra e di sinistra.
Se c'è un "centro"
che ci interessa conquistare, allora, è il "centro della società
civile grossetana", quel centro disposto ad accogliere un
programma autenticamente riformatore, senza passare per vie rivoluzionarie e
radicali.
3.14 La nostra ispirazione si
fonda su un pensiero politico aperto, dialogante, unitivo nei
riguardi delle altre culture, alle quali siamo debitori di non poche risorse.
Le identità delle
"parti" costituiscono la ricchezza del tessuto democratico, il loro
affievolirsi è ragione di grave crisi.
4. NOMINA SUNT CONSEQUENTIA RERUM
4.1 I nomi sono conseguenza delle
cose.
Per questo motivo giudichiamo e
giudicheremo intempestivo e gattopardesco qualsiasi cambiamento del nome che non sia conseguenza del
cambiamento dello strumento e delle persone.
5. SCHIERAMENTO E ALLEANZE
5.1 Circa gli schieramenti e le alleanze la
nostra risposta è lapidaria: ci alleeremo con quelli che saranno più
vicini al nostro programma e alle nostre proposte.
5.2 Principio sacrosanto e inequivocabile, ma che
in un tempo di trasformismi come l'attuale richiede un corollario di ulteriori
precisazioni.
5.3 La premessa non vuol dire:
5.3.1
chiamare a raccolta i superstiti di
altre stagioni tentando disperatamente di trasformare la vecchia coalizione
di governo nazionale in un unico partitone indistinto e raccogliticcio;
5.3.2
immaginare un futuro sistema politico
bipolare (con schieramento progressista e conservatore) con inevitabile
subalternità coatta delle forze del cattolicesimo democratico a quelle della
sinistra post-marxista o alla destra gollista, velleitaria e localistica;
5.3.3
ipotizzarsi "partito del
centro" che, a seconda delle circostanze, si allea indistintamente con
la destra e con la sinistra.
5.4 La premessa vuol dire:
5.4.1
puntare alla formazione di un
"terzo polo" tra le grandi culture del cattolicesimo democratico,
dell' ambientalismo non oltranzista, del
riformismo moderno;
5.4.2
che la Lega non ci piace per
quello che dice né per quello che fa, anche se siamo attenti ai motivi che
hanno portato molti elettori a votarla;
5.4.3 che non vi sono più motivi storici per una
preclusione al dialogo con un cammino, in parte simile al nostro, che viene dal
profondo della storia del movimento operaio.
6. LA COSTITUENTE PROVINCIALE
6.1 La Costituente nazionale (voluta
da chi ha compreso la fine del secondo tempo della storia del cattolicesimo
democratico italiano, e con esso della DC, ed ha recepito la necessità di
costruire una nuova forza politica e osteggiata-sopportata da chi
pensa che una DC rinnovata sia più che sufficiente o peggio, pensa solo alla
propria sopravvivenza politica) ha compiuto un primo decisivo passo -sia pure
non senza ambiguità- verso il NPP.
Ma il cambiamento per essere
efficace deve realizzarsi concretamente anche a livello locale.
Anche in
provincia di Grosseto si deve avere la forza e la capacità di porsi in stato
costituente che, in primo luogo, è una
disposizione dell'animo e della mente, poi un fatto attuativo.
Per favorire il citato processo alcune
precisazioni e taluni passaggi ci sembrano irrinunciabili.
6.2 L'Assemblea Costituente Provinciale (ACP)
dovrà essere preparata da una Commissione (di 30 membri)
costituita per metà da personale interno alla DC e per metà da
esponenti di movimenti di comune ispirazione cristiana e da esponenti degli
altri mondi vitali interessati (associazionismo, volontariato, produzione).
6.3 All'ACP prenderanno
parte in veste di delegati "due insiemi" numericamente
equivalenti, in rappresentanza della DC e dei mondi esterni, ambedue con
diritto di parola e di voto.
Non la si
potrà neppure realizzare come l'Assemblea degli esterni
dei primi anni 80: una specie di cooptazione con quote percentuali di
partecipazione e con il nocciolo duro che restava sempre lo stesso,
rappresentato da uomini di partito.
6.6 L'ACP dovrà fare proprio il contrario.
Si dovranno creare le condizioni e gli strumenti affinché al termine del processo vi sia un cambiamento radicale.
Si dovranno insomma creare le condizioni costituenti perché le forze vive e giovani
della società grossetana, che si richiamano al cattolicesimo democratico o che
hanno passione civile e desiderio di impegnarsi per la costruzione della città
dell'uomo a misura d'uomo, divengano sin da subito i protagonisti e gli attori
responsabili della NPP.
7. LA SELEZIONE DEI PRIMI
RESPONSABILI DEL NUOVO PARTITO POPOLARE
7.1 Se quello che viviamo è un
tempo di resistenza, dobbiamo dire che si può resistere solo con un
totale rinnovamento del modo di far politica, dei metodi, della
militanza e della selezione dei nuovi responsabili.
7.2 Allora, per assicurare
la piena autonomia del NPP rispetto alle organizzazioni correntizie di
potere che si sono costituite nella Democrazia Cristiana, per evitare che le
stesse cause che hanno paralizzato l'iniziativa politica di questo partito vengano
trasferite nel NPP, per impedire l'automatica riproduzione degli stessi
soggetti e degli stessi ruoli già esistenti nella DC, è opportuno fissare
delle regole speciali per il periodo transitorio.
Regole necessarie e inderogabili.
7.3 Come prima deliberazione si
deve stabilire che coloro che sono stati riconosciuti pubblicamente come
responsabili di correnti o ne hanno detenuto il potere, non potranno
ricoprire ruoli dirigenziali di responsabilità nel nuovo soggetto politico.
7.4 Devesi riconfermare la regola in base
alla quale non potranno iscriversi al NPP coloro che si trovino
sottoposti ad indagini da parte della magistratura, siano stati
rinviati a giudizio, siano stati condannati o per gravi reati o per reati
commessi nell'esercizio di funzioni pubbliche.
7.5 Per quanto riguarda la selezione dei
primi candidati del NPP alle cariche elettive pubbliche -per evidenti
motivi d'immagine e di sostanza, onde non dar adito ad accuse di gattopardismo
che potrebbero danneggiare la nuova formazione politica- è inderogabile
quanto segue.
7.5.1
I due amici attualmente eletti alle cariche di parlamentare e consigliere
regionale democristiani, debbono dichiarare pubblicamente di non
ripresentarsi candidati e di non accettare candidature a qualsiasi carica
elettiva pubblica in rappresentanza del NPP.
7.5.2
Stessa dichiarazione deve essere pubblicamente fatta dagli attuali consiglieri
provinciali e comunali democristiani.
7.5.3 Potranno concorrere come candidati del NPP,
ai vari livelli elettivi pubblici, solo coloro che non sono mai stati eletti, ad alcun
livello e in alcuna formazione, nelle precedenti tornate elettorali.
7.5.4
I candidati del NPP -a qualsiasi livello- dovranno essere scelti
attraverso il criterio delle "elezioni primarie";
tramite una votazione, cioè, a cui potranno prendere parte tutti gli iscritti e
tutti i cittadini che lo desidereranno (purché si iscrivano come "elettori
delle primarie").
7.6 Per ciò che concerne l'elezione
dei primi responsabili interni al NPP, a qualsiasi livello, è
inderogabile quanto segue.
7.6.1
Non potranno accedere a dette responsabilità coloro che non rientrano nei
dettami del punto 7.5.3.
7.6.2
Non potranno accedere a dette responsabilità coloro che hanno ricoperto
incarichi dirigenziali di Segretario, di componente eletto delle Direzioni
(o equipollenti) a qualsiasi livello e in qualsiasi formazione politica.
7.6.3
Tutti gli altri cittadini potranno accedervi liberamente.
7.6.4
Il Segretario Circoscrizionale sarà eletto, seguendo il
criterio delle "primarie", dal primo Congresso del NPP
circoscrizionale e da tutti i cittadini che lo desidereranno (purché si
iscrivano come "elettori delle primarie").
7.6.5
I Segretari Locali saranno eletti, seguendo il criterio
delle "primarie", da una votazione a cui prenderanno
parte i componenti dei "Centri Locali di Iniziativa Politica"
(territoriali e tematici) e tutti i cittadini che lo desidereranno (purché si
registrino come "elettori delle primarie").
8. ALCUNI ASPETTI ORGANIZZATIVI
8.1 E' definitivamente tramontato
il partito organizzato burocraticamente, dotato a volte di apparato
elefantiaco, e si sta affermando il partito-associazione, meno
appesantito da rigide strutture istituzionali e più aperto all'apporto della
gente.
8.2 Il NPP sarà organizzato sulla base di "centri
locali di iniziativa politica" liberamente costituiti a livello
territoriale o su basi tematiche, che aderiscono alla struttura
coincidente con la nostra circoscrizione elettorale al parlamento nazionale.
I vecchi Comitati Comunali e le
sezioni -non avendo più senso e richiamando un'esperienza ormai trascorsa- debbono essere del tutto aboliti.
8.4 Il Segretario sarà affiancato da un organo
collegiale costituito da rappresentanti eletti nei singoli comitati locali,
che avrà il compito di discutere ed approvare le proposte di interesse
provinciale o di maggior rilievo politico.
8.5 Il Segretario sarà affiancato
da esperti eletti dall'organo collegiale tra persone senza
precedenti incarichi politici (interni ed elettivi), con il compito di studiare
i problemi specifici e di suggerire le soluzioni più opportune da un punto di
vista tecnico.
8.6 Il NPP dovrà essere lo strumento
politico del "popolo": si darà quindi spazio ad iniziative
popolari e comunque rappresentative di interessi collettivi, compatibili con le
caratteristiche del NPP, mettendo a disposizione uomini e strutture.
8.7 Dovrà continuamente raccordarsi con le
associazioni ed i movimenti senza strumentalizzazioni e sollecitando il
più possibile aggregazioni intorno a comuni obiettivi, nella
consapevolezza che è più importante raggiungere il "bene comune" che
acquisire il consenso ad ogni costo.
“Se è notte,
si farà giorno”
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