domenica 13 marzo 2011

LO SMEMORATO DI COLOGNO

Avevo fatto un fioretto: non parlare più, almeno per un po’, del Presidente del Consiglio, ma ogni giorno ne scopro una.
Questa riguarda la posizione del Silvio nazionale sulla Magistratura.

Quando Silvio Berlusconi presentò il primo governo al Senato, il 16 maggio 1994, fu lapidario: “Il governo s’impegna a non mettere mai in discussione l’indipendenza dei magistrati. Questo governo è schierato dalla parte dell’opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati. No ai colpi di spugna. Da questo governo non verrà mai messa in discussione l'indipendenza dei magistrati"

Nel video messaggio inviato a un gruppo di promotori della Libertà, l’11 marzo 2011, ha detto: “Dal 1994 in poi nelle campagne elettorali ci siamo impegnati a rifondare la giustizia, ma i nostri sforzi sono stati puntualmente vanificati perché Fini e i suoi, giustizialisti e statalisti, si sono messi sempre di traverso, in accordo con le correnti di sinistra della magistratura”. E ancora: “Ora che Fini e i suoi non sono più con noi, la maggioranza - anche se più limitata nei numeri - è più coesa e determinata e questo ci consentirà di portare in Parlamento una riforma costituzionale della giustizia assolutamente equilibrata e moderna”.

"Se questa riforma fosse stata fatta per tempo, la storia recente dell'Italia sarebbe stata diversa. Non ci sarebbe stata quella esondazione della magistratura dagli argini costituzionali che ha portato ad annullare un'intera classe di governo nel 1992-93, che ha causato l'abbattimento del nostro primo governo nel 1994, che ha determinato anche la caduta di un governo di sinistra a causa della loro improvvida proposta di riformare la giustizia avanzata dal ministro Mastella". E aggiunge: "Così come non si sarebbe potuto portare avanti il tentativo tuttora in corso di eliminare il governo in carica per via giudiziaria. Da parte nostra invece c'è soltanto l'obbiettivo di lavorare per il bene dell'Italia, e di eliminare finalmente una anomalia, anzi una patologia grave della nostra democrazia".

L’uomo, si sa, oltre che “guascone” (come ha detto per giustificarsi del baciamano fatto a Gheddafi) è anche “smemorato” e “volubile”.

Stefano Gentili

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Stefano,
noto con grande piacere che sei sempre attento alla attualità e non ti mancano spunti critici e, in parte condivisibili. Mi pare però che anche tu ti intrattieni in quello che è diventato lo sport nazionale, e cioè sparare ad alzo zero contro Berlusconi. Non mi appassiono più, e non pratico più la politica attiva, quella di partito perchè partito non ho più e quindi mi diverto - direi "da terzo" - ad analizzare il dibattito politico.
ma esiste dibattito politico ? ma chi è che fa politica in Italia, il PD? ma suvvia non prendiamoci in giro....
Ma non vedi che è tutto pilotato ? il gruppo di Berlusconi contro quelli di Repubblica...quelli di Repubblica contro Berlusconi ...e noi cattolici a farci massacrare da questo e da quello ....
Sono daccordo con quello che dici su Berlusconi ma ti chiedo: se per i fatti del 1992 - Capo dello Stato Scalfaro e Presidente del Consiglio Ciampi (revoca del regime del 41-bis a diversi Capi Mafia) fosse stato Berlusconi , cosa sarebbe successo in questo Paese ?
a te il responso ....
Un caro saluto a Te e famiglia
Alessandro Bartoli