“Castificantes animas nostras in oboedentia veritatis” ebbe a dire Papa Benedetto XVI durante l’omelia nella messa del 6/10/2006 celebrata per i membri della Commissione Teologica Internazionale, citando la Prima Lettera di San Pietro, nel primo capitolo, versetto 22. E proseguì dicendo:“Parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinione comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell'anima.
La ‘castità’ a cui allude l’apostolo Pietro è non sottomettersi a questi standard, non cercare gli applausi, ma cercare l'obbedienza alla verità”.
Concetto ripetuto e specificato nell’Angelus del 29 giugno 2009: “È l’obbedienza alla verità che rende pura l’anima. Ed è il convivere con la menzogna che la inquina. L’obbedienza alla verità comincia con le piccole verità del quotidiano, che spesso possono essere faticose e dolorose”.
Obbedire alla verità e non inquinarla convivendo con la menzogna. Ecco cosa si chiede non solo ai teologi, ma a ciascuno di noi, a chi maneggia i mezzi d’informazione, ai giornalisti, ai giudici, ai politici e a tutti coloro (pochi e sempre i soliti) che intervengono, via etere e su carta stampata, su tutto e su tutti.
Purtroppo invece sono sempre più diffusi i cultori della menzogna.
Paradossalmente la menzogna è entrata in campo quando la maglia da titolare hanno iniziato ad indossarla le opinioni e i fatti sono stati espulsi dal gioco.
“Niente fatti, solo opinioni!” è il nuovo verbo, come dice Marco Travaglio in un suo fortunato libro del 2006, ‘La scomparsa dei fatti’. I primi non devono disturbare le seconde. Senza fatti, si può sostenere tutto e il contrario di tutto. Con i fatti, no.
I fatti vengono nascosti per mille motivi: per ignoranza, impreparazione, sciatteria, per evitare rogne, perché si fa il tifo, per essere invitati in certi salotti, perché si aspetta la promozione, perché è politicamente scorretto, perché si è pagati dai servizi segreti, perché prima o poi qualcuno ti ringrazia, perché ti tolgono la pubblicità dal giornale, perché altrimenti….la gente capisce tutto.
L’elenco potrebbe continuare molto a lungo, ma mi taccio.
I fatti si possono nascondere in molti modi. Leggere il saggio di Travaglio, per i tipi de Il Saggiatore (Milano), può essere un utile allenamento.
Uno di questi modi è confezionare le “bufale”.
La bufala non è la femmina del Bufalo e neppure la nota mozzarella aversana ma, come dice il Sabatini Coletti, una “notizia clamorosamente infondata, panzana; anche, errore madornale”.
Pensando a queste sono andato a sfogliare un quadernino dove ho appuntato alcune bufale, fresche e stagionate. Altre non l’ho scritte e non le ricordo con precisione, ma ce ne sarebbero a iosa.
→ Parto da una semi-bufala. Semi, perché la notizia che si poteva leggere ieri sul sito del Corriere (28/03/2011) dice una cosa vera, ma con un’enfasi menzognera: “Berlusconi in Tribunale, bagno di folla e ‘nuovo predellino’”. E uno si fa l’idea che una fiumana di fans abbia risposto alla cartolina precetto dei sottosegretari Santanchè e Mantovani per scortare il Premier tra due ali di folla al processo Mediatrade.
Poi, il sito del Fatto Quotidiano ha informato: 49 persone, in parte noti figuranti presi a nolo dal Biscione, hanno accolto il premier all’ingresso del Tribunale e all’uscita erano saliti addirittura a un centinaio. Compresi cronisti, fotografi, cameraman, curiosi e uomini della scorta. Ma quale folla!
→ Un’altra, fresca fresca, riguarda il recente episodio di Forum su Canale 5, taroccato per inscenare una finta abruzzese aquilana che elogia il governo. Mediaset la manda in onda, pagandola 300 euro, per leggere un copione scritto dagli autori del programma condotto da Rita Dalla Chiesa. “L'Aquila è ricostruita”; “ci sono case con giardini e garage”; “la vita è ricominciata”; chi si lamenta “lo fa per mangiare e dormire gratis”. Per questo “ringraziamo il presidente...” . “Il governo... “, precisa la conduttrice. Meno male che Rita c'è...
→ Ho poi ancora in mente una delle ultime del “nostro”. Il 22 marzo 2011 Berlusconi è apparso in uno spot per promuovere l’Italia turistica in patria. Vestito nero, cravatta blu, il presidente del Consiglio ha ricordato che l'Italia è “il Paese che ha regalato al mondo il 50% dei beni artistici tutelati dall'Unesco”.
Naturalmente è una bufala: i siti italiani sono il 5%, 45 su 911. Ma dove legge? O chi gliele scrive?
→ Le dice così tante, che è difficile stargli dietro. Qualche settimana fa sempre il “nostro” ha allietato una platea con la seguente dichiarazione: “Oggi si celebra la 2.952esima udienza a mio carico. Io sono l’uomo più processato d’Italia, ho avuto 103 procedimenti, oltre 50 andati a dibattimento”.
Bufala: ricorda uno che se ne intende, Marco Travaglio, che i procedimenti sono una trentina in tutto, di cui 19 andati a dibattimento e gli altri archiviati. Anche ammettendo che ciascun dibattimento abbia prodotto cento udienze, cifra iperbolica, saremmo ben sotto le 2.000. La matematica non è mai stata la passione dell'imprenditore di Arcore.
→ Ancora Silvio ad un'altra platea ha dichiarato: “ho rinunciato da tempo ad avere un telefonino perché il mio era esposto a ogni tipo di intercettazione”.
Bufala: ricorda sempre Marco Travaglio, che il suo telefonino non è mai stato intercettato (dal 1994 è infatti un parlamentare e come tale non può essere ascoltato; prima del ‘94, per quanto più volte indagato, non risulta che i giudici gli abbiano mai messo sotto controllo i telefoni, salvo una volta, nel 1983). Ogni qual volta è stata captata la Sua voce in conversazioni telefoniche, è perché i giudici stavano intercettando i telefoni dei suoi interlocutori: diciamo pure… personaggi sempre un po’ particolari.
→ Ma non è il solo a sbufaleggiare. In una trasmissione di Ballarò di qualche mese fa, il leghista Roberto Cota fece una saccente lezione al costituzionalista Stefano Rodotà sostenendo che diceva falsità e che tutti i paesi democratici o quasi hanno leggi di immunità parlamentare.
Ovviamente è una bufala: lo stesso Rodotà provò a ricordargli che solo tre Paesi europei hanno leggi simili: Grecia, Spagna e Francia.
→ Sempre in una trasmissione di Ballarò dell’ottobre 2009, il ministro Maurizio Sacconi gridò, con una certa insolenza, rivolto allo storico Villari, presupponendolo noto comunista, “la differenza tra un socialista e un comunista è che il socialista si vanta, un comunista si vergogna”.
Bufalissima: Villari (Lucio) gli rispose: “lei mi dà del comunista, ma io non sono comunista”. D’Alema, in trasmissione, fece presente che “il Villari a cui si riferisce Sacconi è Rosario Villari, militante comunista. Non è violenza verbale, ma solo ignoranza in questo caso”, sentenziò il vero ex-comunista.
→ Nel marzo 2010 il ministro Roberto Calderoli, nel fare una sceneggiata degna del Ventennio (secondo quanto dichiarato dalle rappresentanze di base dei vigili del fuoco), compì anche un atto miracoloso bruciando, in un bel falò, 375.000 leggi inutili (come lui disse).
Bufalona. Gian Antonio Stella sul Corriere della sera del 25 marzo 2010, ha conteggiato: “Fatti i conti, lavorando 12 ore al giorno dal momento in cui si è insediato, più di una al minuto: lettura del testo compresa. Wow!”. E ha anche ricordato che la relazione della commissione parlamentare presieduta da Alessandro Pajno e più volte citata dallo stesso Calderoli, aveva accertato “circa 21.000 atti legislativi, di cui circa 7.000 anteriori al 31 dicembre 1969”.
Come abbia fatto l’aspirante dannunziano Calderoli a contarne 375.000 resta un mistero della fede.
→ Anche il politologo americano Edward Luttwak, sempre ad una trasmissione di Ballarò (quella del 15 febbraio 2011), dichiarò perentoriamente, come è solito fare: ”Gli investitori stranieri non investono in Italia e citano sempre la giustizia come principale motivazione. I vostri – molto ben pagati – giudici, lavorano malamente, lentamente, e sono considerati altamente inaffidabili”.
Bufala: da una rapporto del Cepej (The European Commission for the Efficiency of Justice) emerge che la produttività individuale media dei giudici italiani, calcolata nel 2006, è tra le più alte in Europa. I giudici italiani sono al terzo posto in Europa per produttività nel settore civile: 4516 cause civili definite ogni anno per 100.000 abitanti, contro le 2571 dei francesi, le 2501 degli spagnoli e le 1929 dei tedeschi. Per quanto attiene il lavoro nel settore penale, i giudici italiani sono al primo posto in Europa con 1.168.044 procedimenti definiti in un anno contro gli 864.231 della Germania, i 655.737 della Francia e i 388.317 della Spagna.
Gli stipendi iniziali dei magistrati italiani si collocano al 18° posto della graduatoria europea, con una distanza di €. 135.000 dal 1° posto (Scozia) e di circa €. 60.000 da quelli della Svezia e Svizzera, rispettivamente al 6° e 8° posto.
E’ al 14° posto lo stipendio lordo di un P.M. all’inizio della carriera.
Luttwak, per cortesia, la smetta…
→ Purtroppo si dicono inesattezze anche su questioni gravi.
Il dottor Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primariodell’unità di rianimazione al San Raffaele di Milano, circa due mesi fa, nel presentare il suo libro ‘Ri-animazione’, non ha avuto di meglio che prendersela con Ignazio Marino che – a suo dire - “ha smesso di fare il medico per fare politica” e che “infama i medici” sostenendo (Marino) che in alcuni ospedali si stacchi la spina delle macchine che aiutano artificialmente i pazienti, senza dichiararlo pubblicamente.
Ahimè, la bufala non è di Marino che non infamia i medici, ma di Zangrillo. “Per evitare brutte figure – ha risposto infatti Marino – suggerisco a Zangrillo di leggere uno studio pubblicato da anestesisti e rianimatori che lavorano nei reparti di terapia intensiva italiani. Secondo la ricerca, riferita a 3.438 cartelle cliniche raccolte in 84 rianimazioni, nel 62,2% dei pazienti in fin di vita sono state attuate forme di limitazione terapeutica comprese il respiratore automatico, la nutrizione, l’idratazione artificiale e la dialisi”. Dottor Zangrillo, non scherzi col fuoco!
Che dire di queste notizie clamorosamente infondate, panzane, errori madornali?
Forse - per dirla con Lord Byron - che la bugia è solo la verità in maschera?
Ma…….
Castificantes animas nostras in oboedentia veritatis.
Stefano Gentili
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