giovedì 9 ottobre 2008

LA VALORIZZAZIONE DEL MERITO

L’offerta del ritorno al buon tempo antico, elargita con generosità dal governo, si fa forte di una premessa-promessa: quella di un futuro nel quale il “merito” sarà riconosciuto.
La madre di tutte le battaglie, in questo caso, è l’introduzione della BOCCIATURA, possibile ora anche con una sola materia insufficiente. Recita infatti il decreto recentemente approvato, al comma 3: “Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline”.
Si, perché è la “selezione” – si dice – lo strumento più adatto per valorizzare il merito. Valorizzare…..bocciando.
Veniva ricordato giorni fa, che il nostro paese ha il più alto tasso di bocciature nel biennio delle secondarie di secondo grado, con particolare forza nelle scuole professionali e tecniche. In certi casi fino a oltre il 30%. La cosa riguarda adolescenti e già questo avrebbe dovuto portare a riflettere per capirne le ragioni e approntare possibili strategie di successo.
Invece si sceglie una strada completamente diversa: iniziare a bocciare da subito. Quasi una sorta di “eugenetica primaria”. Eh si, perché bocciare con indifferenza alle elementari e alle medie (forti di coloro che sempre dicono: “dovevamo fermarli prima”) vuol dire fare una scelta classista (mi si passi il termine retrò): buona parte delle capacità scolastiche e delle motivazioni positive o negative verso l’insegnamento del bambino o del preadolescente, dipendono dalla famiglia nella quale vive e dallo spazio sociale dove agisce.

Se a questo si aggiunge l’altra sorpresa, la reintroduzione della VALUTAZIONE NUMERICA, c’è da che preoccuparsi.
Sia chiaro, è una azzeccata mossa populista: “era l’ora, si sente dire tra gli adulti, di tornare ai vecchi numeri, così chiari e semplici, alla portata di tutti”. Ma l’utilità dello strumento simbolico quantitativo è tutta qui. Infatti nulla aggiunge alla conoscenza dei problemi di apprendimento dei bambini e dei ragazzi.
La valutazione qualitativa invece ha lo scopo di cercare di capire quello che accade nel ragazzo e quindi di intervenire per aiutare le attività di assimilazione e di costruzione della conoscenza.
Il voto numerico, anzi, aggiunge una nuova problematica che corrisponde alla domanda: chi interpreta il valore numerico? Cosa significa quel 7 e quel 3, cosa ci sta dietro? L’interpretazione cade tutta – senza possibilità di confronto e verifica con altri soggetti scolastici – sulle spalle del singolo insegnante.
Mi viene da ridere, no da piangere, se penso agli 1, ai 2, ai 3, ai 4, ai 5 che fioccheranno al posto del vecchio NS (non sufficiente). Ma anche dei 9 e 10 dati a casaccio. A vantaggio di chi?

E poi, un’altra cosa.
A parte gli insegnanti che adopereranno la clava del voto per mettere insufficienze, magari meritate dagli alunni sfaticati, asini o stupidi, e quindi con sufficiente tranquillità li condurranno alla bocciatura, la maggiore parte del corpo docente delle scuole medie (oggi dette secondarie di primo grado) supererà la questione affiancando ai voti griglie di valutazione, tassonomie e altro.
E mentre nel vecchio Sufficiente (se si voleva comunque pro-muovere il ragazzo) ci si faceva rientrare il “pienamente sufficiente”, il “quasi sufficiente” e “l’NS+ (non sufficiente più)” – si, tutte pippe dei docenti, come pensano in molti, ma di una qualche utilità – ora il “quasi sufficiente” sarà 5 e mezzo, “l’NS+” 5 + ed essendo ricompresi sotto il 6, non potrà essere altro che un 5; ma 5 vuol dire bocciatura.
Non solo, ma per evitare questa vera e propria strage, salvo sanatorie in extremis basate sull’umore dell’uno o dell’altro, la maggior parte degli insegnanti abbasseranno i criteri di valutazione e di conseguenza i livelli di apprendimento (come dire: invece di svolgere tutto il programma, con adeguati approfondimenti, si concentreranno su poche acquisizioni fondamentali, le ripeteranno all’infinito e le ficcheranno nelle teste degli alunni).
E …abracadabra….giungeremo allo splendido risultato di abbassare il livello di preparazione di tutti gli alunni.

Un’ultima annotazione: a scuola si è sempre promosso e bocciato, talvolta con giudizio altre volte meno. Fermare un alunno in determinate circostanze può essere un utilte motivo di riflessione e di cambiamento.
Pensare di bocciare per una sola materia insufficiente e in particolare alle medie può addirittura nella fase preadolescenziale favorire l’abbandono scolastico appena possibile e rendere la scuola ancora più bastarda di come talvolta la si percepisce (da parte di taluni ragazzi). Con ciò favorendo la dispersione scolastica e in certi casi la micro-delinquenza giovanile.

Eureka, che risultato.
Ripensaci, Stella mia, ripensaci.
Stefano Gentili

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