Quale augurio pasquale fare agli amici che, di tanto in tanto, hanno la curiosità di affacciarsi sul mio blog.
In questo momento mi viene spontaneo richiamare la SPERANZA: “virtù bambina”, fragile e quasi invisibile che però vede quello che le sorelle maggiori non vedono.
E per farlo mi avvalgo di un autore che ho incrociato nei miei anni giovanili, Charles Péguy e del suo bel saggio, Il portico del mistero della seconda virtù.
Dice Péguy:
“La fede che più amo, dice Dio, è la speranza.
È lei, questa piccola, che spinge avanti ogni cosa.
Perché la Fede non vede se non ciò che è.
E lei, lei vede ciò che sarà.
La Carità non ama se non ciò che è.
E lei, lei ama ciò che sarà.
Per così dire nel futuro dell'eternità.
La Speranza vede quel che non è ancora e che sarà.
Ama quel che non è ancora e che sarà.
Nel futuro del tempo e dell'eternità.
Sul sentiero in salita, sabbioso, disagevole.
Sulla strada in salita.
Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori,
che la tengono per mano,
la piccola speranza.
Avanza.
E in mezzo alle due sorelle maggiori sembra lasciarsi tirare.
Come una bambina che non abbia la forza di camminare.
E venga trascinata su questa strada contro la sua volontà.
Mentre è lei a far camminar le altre due.
E a trascinarle,
E a far camminare tutti quanti,
E a trascinarli.
Perché si lavora sempre solo per i bambini.
E le due grandi camminan solo per la piccola”.
Nella Speranza vedere e amare ciò che sarà: Buona Pasqua.
Stefano Gentili
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