lunedì 6 aprile 2009

TOCQUEVILLE E NOI

"Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili ed eguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima… Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. È assoluto, minuzioso, metodico, previdente, e persino mite. Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contrario, non cerca che di tenerli in un'infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l'unico agente, l'unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro piaceri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non toglierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?"
Parole scritte da Alexis Clérel de Tocqueville nel noto saggio “La Democrazia in America” (1840).
Forte il vecchio Ale, no?
Stefano Gentili

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro amico,
grazie per aver riportato a vita questo bellissimo pezzo di Tocqueville. Sembra tutto sotto una coltre di polvere immobile, stantia, come in una grande casa disabitata, coperta di lenzuoli grigi e rosicchiati da topi. Invece qualcuno ha il coraggio, non di inventare, perchè oggi sarebbe un lusso, ma di tirar via il lenzuolo e riscoprire che bellezza nasconde: teste pensanti, sguardi attenti, indignazione storica, spessore umano, capacità di analisi, voglia di rinascita. Se ognuno di noi, e poi la classe politica, ma soprattutto, sottolineo, ognuno di noi, tirasse via un lenzuolo, ritornerebbero alla luce tante di quelle cose che spazzerebbero via, come una spugna, la coltre di degrado e squallore che avvolge la nostra storia attuale ed il nostro pensiero. Potremmo, così, senza rivoluzioni (di cui non ne siamo minimamente capaci, ahimè), solo "spolverando" Tocqueville, e migliaia di altre teste pensanti che la storia ci ha dato in dono, non sentirci soli e provare ad andare avanti a testa alta, cercando di tirare fuori il nostro lato migliore, provando a fare il capolavoro della nostra vita, cominciando a dare pedate a chi cerca di normalizzare la mediocrità, l'appiattimento del pensiero, la prevaricazione, il perbenismo senza essere per bene.
Voglio concludere "rispolverando" una frase di un grande uomo (J.F.K.):"Non chiedetemi cosa può fare questo paese per voi, ma cosa potete fare voi per questo paese".... In questo momento di bisogno continuo di delegare a san gennaro o padre pio o ad un capo branco, o ad un reality, per non pensare o assumersi responsabilità, potrebbe essere un inizio di riflessione......
Grazie di cuore.
susanna formiconi