Confesso… anch’io avevo rimosso il fatto: sette fratelli cristiani, nelle scorse settimane, sono stati “orribilmente uccisi” in Sudan, parodiando macabramente la crocifissione.
E’ l’incipit del Cardinale Angelo Bagnasco nella Prolusione di Assisi del 9 novembre 2009.
“Giovani dai quindici ai venti anni, strappati alle loro famiglie mentre pregavano in chiesa”.
Anche oggi è tempo di martiri cristiani, come lo è stato ieri, l’altro ieri, su, su sino all’epoca apostolica.
“Per quanto ai popoli della libertà talora sprecata possa sembrare incredibile, e quasi impossibile - annota Bagnasco - il sacrificio della vita è ogni anno richiesto a un numero elevato di operai del Vangelo”.
L’evento di per sé choccante, purtroppo non sorprende.
Andrea Ricciardi nella pubblicazione Il secolo del martirio. I cristiani del Novecento, Ed. Mondadori 2000, introduceva: “Sono entrato nel grande archivio della Commissione Nuovi martiri, dove sono raccolte lettere, segnalazioni, memorie che, in questi ultimi anni, sono arrivate da ogni parte del mondo a Roma. Ho cominciato a sfogliarle. Sono lettere ufficiali di conferenze episcopali. Ma anche memorie di congregazioni religiose. Leggevo e mi sono appassionato. C’erano storie di migliaia di uomini e donne contemporanei: cristiani uccisi in quanto tali. Mi scorrevano sotto gli occhi le pagine della persecuzione religiosa in Russia dal 1917, le storie delle vittime del nazismo, quelle di tanti missionari, le vicende di cristiani uccisi in ogni parte del mondo. Qualcuna è nota, come quella di mons. Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso nel 1980 mentre celebrava l’Eucarestia. La maggior parte è sconosciuta. Mi sembrava di non conoscere bene questo aspetto della vita della Chiesa del Novecento. Non potevo dire di ignorare la storia di tante persecuzioni e dolori, ma mi sono reso conto di quanto fosse estesa e profonda. (…) Non è solo la storia di qualche di qualche cristiano coraggioso, ma quella di un martirio di massa. I cristiani uccisi lungo il nostro secolo sono centinaia di migliaia”.
Nella costola di sovra copertina si dice: “Dal genocidio degli armeni del 1915 fino ai massacri di Timor Est del 1999, passando per il comunismo bolscevico, il nazismo, i regimi dittatoriali dell’America latina, le tragedie dell’Africa, l’oppressione dell’Islam integralista, le vittime della mafia. Si disegna un fenomeno di massa difficile da quantificare: almeno tre milioni, ma sicuramente di più, di cristiani assassinati”.
Cristianamente tutti costoro sono “pietre vive, scolpite dalla Spirito, con la croce e il martirio, per la città dei santi” (da un Inno del Breviario). Ma sono tanti…..
Il Cardinale parla dell’episodio del Sudan evidentemente impressionato, ma la ricetta che propone non è bellicosa; anzi, rifacendosi al Sinodo per l’Africa da poco conclusosi a Roma riprende alcuni degli insegnamenti venuti da quell’assise.
E ribadisce che “per ragioni storiche come per i drammi politici recenti, l’Africa ha bisogno di ritrovarsi attorno al focolare del perdono e del rinnovamento, come condizione indispensabile di ogni dinamismo aperto al futuro”.
In questo quadro cita l’intervento di una testimone donna presente al Sinodo (donne che definisce spina dorsale del continente) per precisare che c’è bisogno di una riconciliazione che “non consista tanto nel rimettere insieme persone o gruppi, quanto nel rimettere tutti in contatto con l’amore e lasciare che avvenga la guarigione interiore”.
Già l’Amore, l’annuncio del Vangelo.
Ottimo!... cardinale. Ottimo. Vanno lette le Prolusioni e pure meditate.
Stefano Gentili
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