Nel ventennale della caduta del Muro di Berlino anch’io vorrei dire qualcosa.
Ma, confesso, che preferisco ascoltare e gustare perchè le parole vere stentano e molti altri sanno rappresentare l’evento in maniera più pertinente.
Cogliere i cambiamenti che vi sono stati dal 1989 al 2009 è facile ed è esprimibile in modo semplice: è mutato il mondo, l’Europa, l’Italia.
Nel nostro paese è cambiata…la società.
Ieri è stato detto che è mutato “il suo rapporto con le istituzioni, il suo rapporto con se stessa, la percezione che gli individui hanno della propria felicità”.
E ciò richiede meditazione perché “coinvolge i modi di pensare, i comportamenti, il rapporto dei padri con i figli, l’assetto delle famiglie, la politica, la democrazia”.
Già i figli, il prossimo futuro.
Penso a mio figlio Giovanni nato nel 1988, un anno e sette mesi prima della caduta del Muro e ripenso a me nel 1961 (anno della costruzione) all’età di 4 anni e provo a ripensare al clima di quegli anni che ho compreso solo dopo e… a come eravamo e…come siamo.
Ma penso a mio figlio Giovanni anche perché durante il primo anno di frequenza (2007-8) all’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Studi Internazionali, nel corso di Storia contemporanea, ha elaborato un piccolo lavoro dal titolo: “LA COSTRUZIONE DEL MURO DI BERLINO (1961) IN TRE GIORNALI DELL’EPOCA: IL CORRIERE DELLA SERA – L’UNITÀ – L’AVANTI!”
Credo sia interessante dargli uno sguardo, pur nella consistenza dello sforzo di un giovanissimo studente e, avuto il suo OK!, lo allego per chi magari volesse vedere come fondamentali giornali dell’epoca vedevano e veicolavano la cosa.
I muri…
I muri non servirebbero mai, ma la storia talvolta li richiede.
I muri più duri da abbattere sono quelli eretti dentro di noi.
Evviva la caduta del muro di Berlino, abbasso tutti i muri ancora eretti, e quelli che altri uomini in futuro costruiranno.
Segue il link con il testo di Giovanni.
http://docs.google.com/Doc?docid=0AelYtIZZ0cU5ZGY0ODhibmJfMjdmN25zN2pmZA&hl=en
Stefano Gentili
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