In certi casi il nostro parlare deve essere si, si o no, no, il resto è del maligno.
In una recente trasmissione di “Quelli che il calcio” condotta da Simona Ventura è stata data una lezione pubblica disdicevole passata con una straordinaria leggerezza dell’essere.
La lezione riguardava gli attualissimi trans prendendo spunto dalla vicenda Marrazzo.
Siccome ho trovato una breve riflessione di Beppe Severgnini su Il Corriere della Sera del 10 novembre, nella quale mi riconosco in modo totale, non aggiungo altro, la copio e incollo e la ritrasmetto.
Il titolo è: “Quando la tv non fa il suo mestiere”. Ecco il testo in corsivo.
“Ognuno è libero di fare quello che vuole”. Così Francesco Totti a “Quelli che il calcio”, parlando della vicenda Marrazzo. Simona Ventura gli dà ripetutamente ragione, poi fuori programma spiega: “Sono tantissimi quelli che vanno coi trans, e lo sappiamo tutti. Non è giusto che un personaggio pubblico non possa farsi gli affari suoi come tutti gli altri”. Se questa è la pedagogia televisiva italiana, buonanotte.A Super Totti si potrebbe obiettare che uno NON è libero di fare quello che vuole, se è costretto a nasconderlo agli elettori, se si riduce a frequentare spacciatori, se si rende ricattabile. A Super Simo potremmo invece ricordare che sono moltissimi — forse addirittura più numerosi — gli italiani che NON vanno coi trans, e forse hanno fatto alcune cose buone per questo povero Paese, dove la Tv pubblica diventa veicolo di queste trovate.Nessuno vuole usare la televisione per fare della morale (per carità!), ma cerchiamo almeno di non renderla immorale, perché molti ragazzi la guardano, e rischiano di alzarsi dal divano con le idee confuse. Le grandi democrazie — vi sembrerà strano — sono tali anche perché esiste un consenso su alcune cose. Per esempio, sul fatto che il titolare di una carica pubblica non debba circondarsi di prostitute, frequentare malavitosi e pagare trans. E, se lo beccano, non possa trovare difensori in un programma sportivo (sportivo!) del pomeriggio.È ipocrisia? Allora viva l’ipocrisia. Sono considerazioni banali? Vero, ma è incredibile come non le faccia più nessuno. Il metabolismo civile italiano, ormai, brucia il veleno e lo trasforma in una risata. Poi non lamentiamoci, però, se non abbiamo un bel colorito nazionale.
Siamo convinti che Piero Marrazzo, passata la buriana, ci darebbe ragione. Sarebbe bello lo facessero anche Super Totti e Super Simo. Ma lo riteniamo improbabile. Le celebrità italiane non si scusano; accusano, semmai, e c’è sempre qualche frastornato che gli dà ragione.
Bravo Beppe, anch’io dico "no", così non va bene.
Stefano Gentili
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