Proprio oggi, 50 anni fa, il quasi ottantunenne Giovanni XXIII apriva il Concilio Vaticano II.
Una benedizione per la Chiesa e per l’umanità.
Un dono ricevuto dalla generazione allora contemporanea, come ricordava tempo fa l’ex-Presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Paola Bignardi (2000): “La generazione adulta ha ricevuto un grande dono: quello di essere contemporanea - o quasi – dell’evento conciliare e della stagione ecclesiale che ne è seguita".
Un dono da testimoniare ancora oggi.“Gli adulti hanno oggi la responsabilità di testimoniare alle giovani generazioni la memoria di un momento entusiasmante nella vita ecclesiale; di raccontare loro una ricchezza che non era solo per loro, ma per tutta la Chiesa”.
Un dono del quale dobbiamo ancora chiederci “che ne è stato”, come fece Giovanni Paolo II nella Tertio Millennio Adveniente, quando si chiedeva cosa ne è stato di questo evento di grazia e invitava i cristiani e la Chiesa a fare una verifica della loro corrispondenza a questo dono dello Spirito.
Insomma, “il concilio è davanti a noi non alle nostre spalle: assumere insieme ai giovani la responsabilità di esso è un modo per rinnovarne l’impegno di attuazione”.
Stefano Gentili
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