Si è pronunciato su
importanti argomenti e ha consegnato alla Chiesa ricchi documenti di dottrina e
di azione: 4 Costituzioni (1 pastorale, 1 liturgica, 2 dogmatiche), 9 Decreti,
3 Dichiarazioni.
Il cardinale Giacomo
Lercaro, Padre conciliare, riferì in seguito le intenzioni di Giovanni XXIII,
peraltro note. Il Vaticano II è “un concilio che non definisce nuove dottrine,
un concilio che non condanna, ma un concilio che cerca un linguaggio con cui
presentare a tutti gli uomini il messaggio della salvezza”.
Agli eventuali errori, era
solito dire il Papa, bisogna opporsi con lo spirito dell’amore. Alla severità
era preferita “la medicina della misericordia”.
In occasione della
inaugurazione, il Papa pronuncia l’allocuzione ‘Gaudet mater ecclesia’ nella
quale dichiara, appunto, terminata la stagione delle condanne e asserisce che:
“Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina
della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore” (7,2).
L’immagine che si
ripresenta alla mente con maggiore insistenza è quella di Papa Giovanni XXIII
alla finestra che saluta i fedeli la sera dell’11 ottobre 1962, lì convenuti per la
fiaccolata d’inizio Concilio, ai quali tiene un saluto bellissimo culminato
nella famosa frase “tornerete a casa, troverete i vostri bambini, fate una
carezza ai vostri bambini e dite questa è la carezza del Papa”.
Ecco, appunto: la carezza.
“E’ quella di una Chiesa
che dà carezze, di una Chiesa che si sa chinare sui mali del proprio tempo,
sulle complessità della vita, sulle difficoltà della vita e le lenisce con
bontà, con misericordia, in modo carezzevole” (Vito Mancuso 2012)… la Chiesa del
Concilio, la Chiesa di Gesù.
Stefano Gentili
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