Dieci anni fa, precisamente il 30 marzo 1999, sottoscrissi come Presidente della Provincia di Grosseto, il Patto Territoriale per lo sviluppo della Maremma grossetana.
Nella breve dichiarazione stampa dichiaravo: “In questo Patto territoriale c'è una fetta del nostro futuro. E desidero dedicarlo proprio ai protagonisti di questo futuro: i nostri giovani, che meritano di avere sempre maggiori opportunità occupazionali. Abbiamo lavorato, soprattutto, pensando a loro”.
Fu l’ultimo passaggio formale di un percorso iniziato idealmente dall’estate 1995 e formalmente dal 22 maggio 1996 con la richiesta avanzata al CNEL di avviare il percorso per la formulazione di un Patto Territoriale provinciale.
Chi vuol rammentare la genesi, il percorso, i protagonisti e la logica che ebbe ad animare quella intuizione può recuperarla sul mio sito www.stefanogentili.it, alla voce Provincia Amica/Considerazioni su lavoro e sviluppo/Patto Territoriale la nave sta per attraccare, nell’intervento che tenni il giorno di un’altra delle varie sottoscrizioni, quella dell'accordo tra soggetti pubblici il 28. 10. 1997.
Ritengo che il Patto Territoriale sia stato il disegno organico di rilancio economico-finanziario più importante avvenuto nella provincia di Grosseto negli ultimi decenni.
Veramente buffo che nessuno ne abbia fatto cenno.
E penso che una cosa analoga vada pensata anche per il futuro; non cose fumose, ma una raccolta organica di progetti, cantierabili e bancabili, supportati da interventi finanziari regionali, nazionali, comunitari.
Stefano Gentili
3 commenti:
Anche io ho un ricordo dei patti territoriali di 10 anni fa......
tanta burocrazia ................ e ancora aspettiamo l'ultima trance dei contributi
e nel frattempo le banche ingrassano!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cosi è tutto il resto........ bla...bla....bla.
Continuo aggiungendo altri bla bla:
dove sono i 500 km di ippovie?
cosa ha prodotto il distretto se non bla bla bla ?
Non le risulta che l'ambiente rurale sia ormai ridotto ad un parco giochi con annesso zoo?
Le murelle di Miani Pierpaolo
Proprio in questi giorni, dal 23 al 26 aprile, si è tenuta la Trentunesima edizione dell’importante Fiera del Madonnino.
Quest’anno ha coinciso con il taglio del nastro del nuovo centro fieristico polifunzionale, interessante un’area di 75.000 metri quadrati, che con il primo stralcio ha previsto l’edificazione di due fabbricati, uno destinato a biglietteria-informazioni e l’altro con destinazione direzionale-espositivo ed un capannone espositivo.
In un secondo momento è prevista la realizzazione di altri due capannoni espositivi. “Alta tecnologia e predisposizione ad accogliere i nuovi sistemi alternativi di produzione di energia – dicono alla FIMAR - sono le caratteristiche più innovative dell’opera”.
Bene, ci voleva proprio.
Bene, anche quest’opera fu accolta nel Patto Territoriale per lo sviluppo della Maremma Grossetana.
Per la precisione, del Centro Fieristico furono inclusi due progetti: uno del Comune di Grosseto (un investimento di oltre 900.000 € con un contributo di circa 650.000 €) per la realizzazione di parte delle urbanizzazioni, ed uno della Fimar (con investimento di circa 1,3 milioni di € e un contributo di circa 250.000 €) per la realizzazione del primo nucleo di fabbricati espositivi.
In seguito sono state attivate anche risorse CIPE, ma il primo nucleo di finanziamenti, e soprattutto l'accelerazione delle procedure di definitiva localizzazione del Centro fieristico e la consapevolezza della concreta possibilità di una sua realizzazione, sono effetti diretti del Patto.
Stefano Gentili
Caro Stefano,
hai perfettamente ragione e condivido la tua valutazione.
Il Patto Territoriale è stato prima di tutto uno strumento di grande importanza per il rilancio economico della Provincia di Grosseto, i cui frutti sono tuttora evidenti, ma anche un momento di crescita culturale e professionale per chi ha partecipato alla sua formazione.
Ricordo il grande lavoro di coordinamento svolto all’interno dell’Ente e soprattutto nei confronti degli attori esterni (Comuni, privati, ecc.) per la valutazione dei progetti che furono selezionati in ragione di una loro reale fattibilità economica-finnaziaria e occupazionale.
Vorrei ricordare, però, un altro elemento efficace di quell’importante esperienza che costituì di fatto un fondamentale banco di prova per l’elaborazione e formazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (PTC). Infatti, dall’esame dei progetti da inserire nel Patto furono di conseguenza verificate e adeguate le regole urbanistiche e paesistico - ambientali del nuovo Piano che, prima della sua adozione da parte del Consiglio Provinciale nell’aprile del 1997, ebbe l’occasione, più unica che rara per uno strumento urbanistico, di essere testato e valutato in anticipo.
Grazie all’effettiva collaborazione tra gli Uffici, tra i Dirigenti, gli Assessori e il Presidente, la Provincia di Grosseto, tra le prime in Italia, si dotò in contemporanea di due strumenti di grande importanza sia per la programmazione economica (Patto Territoriale) che per la pianificazione territoriale e urbanistica (PTC) che consentirono in modo straordinario di rispondere concretamente e sapientemente allo sviluppo e alla crescita della provincia in armonia con il sistema territoriale e ambientale.
Un sincero saluto. Pietro Pettini
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