giovedì 7 febbraio 2013

ELEZIONI POLITICHE 2013 - PER CHI VOTANO I CATTOLICI?


Nel numero di Jesus del gennaio 2013 è apparsa – a cura di quella redazione - un’interessante inchiesta sul voto dei cattolici “impegnati”. Ritengo opportuno veicolarla.

“Abbiamo intervistato trenta componenti di trenta diversi Consigli pastorali parrocchiali in tutta Italia, chiedendo loro cosa voteranno e perché. Il risultato che è emerso è, per certi versi, stupefacente.

Non c'è dubbio: il "quadro" cattolico medio vota Centro- sinistra. Gli uomini e le donne che ogni santo giorno fanno marciare le parrocchie e che formano il tessuto connettivo della comunità ecclesiale italiana sembrano fare una scelta di campo esplicita per il Partito democratico e, in misura minore, per Mario Monti. Se questa fosse l'Italia intera (cosa che certamente non è), dalle elezioni del 24 e 25 febbraio emergerebbe lo scenario di un governo saldamente nelle mani del Pd, con Scelta civica dell'attuale Presidente del consiglio che si aggiudica il ruolo di secondo gruppo parlamentare.
E con Berlusconi, la Lega e le altre liste di destra relegate al ruolo di modesta minoranza, destinata a una semi-trascurabile opposizione.

La situazione, però, non è così definita, ovviamente. Questa, infatti, non è una proiezione scientifica sulle intenzioni di voto degli italiani e neanche un sondaggio statisticamente significativo sulle preferenze di coloro che si dichiarano «cattolici». È, più semplicemente, il risultato di una nostra inchiesta giornalistica, fatta senza pregiudizi ideologici di sorta, con l'unico obiettivo di tastare il polso ai credenti impegnati al livello della "cellula base" della Chiesa italiana: la parrocchia.
Per fare questo, abbiamo intervistato trenta persone scelte casualmente in tutta Italia, che avessero una sola caratteristica in comune: essere membri di un Consiglio pastorale parrocchiale, cioè l'organismo di persone scelte dal parroco per collaborare con lui nella gestione della comunità cristiana locale. Trenta credenti laici dunque, cioè né preti né religiose o religiosi. Persone comuni, con una famiglia e un mestiere, che dedicano stabilmente parte del loro tempo occupandosi del catechismo e dell'oratorio, coordinando le attività pastorali, dando una mano a preparare la liturgia, seguendo le iniziative di volontariato sociale e qualunque altra attività la loro parrocchia abbia deciso di intraprendere.

Dalle risposte di questi trenta cattolici "ordinari", che riportiamo nelle pagine seguenti, emerge un quadro molto interessante, che conferma alcune linee di tendenza politiche generali ma che, contemporaneamente, smentisce non pochi luoghi comuni che vanno per la maggiore, riguardo al cosiddetto «voto cattolico».

Ma cominciamo dai dati: su trenta persone intervistate, 11 sono donne e 19 uomini. Le età oscillano da un massimo di 70 anni a un minimo di 28, con la media che si assesta sui 48 anni. Quanto alle intenzioni di voto, 14 persone (cioè il 42%) indicano chiaramente che sceglieranno il Pd di Luigi Bersani; 5 (15%) daranno la propria preferenza a Scelta civica di Mario Monti; una persona soltanto fa con certezza una scelta di campo in favore di Sel, guidata da Nichi Vendola; nessuno invece esprime una preferenza sicura per il Pdl di Berlusconi o la Lega di Roberto Maroni; nessun "voto" da parte dei nostri intervistati totalizzano inoltre le liste di Grillo, Ingroia o l'Idv di Di Pietro.

Bisogna aggiungere al conto finale una persona che esprime la propria intenzione di astenersi dal voto e, soprattutto, ben 9 su 30 (il 27%) che sono ancora indecisi. L'elevato tasso di incerti si deve in parte alla tempistica della nostra inchiesta: tutte le interviste sono state raccolte entro il limite ultimo del 15 gennaio. È quindi naturale che diverse persone non abbiano ancora elaborato una scelta definitiva, con più di un mese ancora a disposizione prima del voto. In parte, però, l'incertezza deriva dall'obiettiva novità rappresentata dalla «salita in campo» di Mario Monti: dei 9 incerti che abbiamo registrato, 4 (il 12%) sono indecisi tra Scelta civica e Pd; 2 (il 6%) sono indecisi tra Scelta civica e Pdl; altri 2, poi, sono indecisi tra Pd e Sel; e uno è incerto tra votare una lista di destra collegata con Berlusconi e scegliere scheda bianca. Come si vede (e come era anche intuibile "a naso"), la presenza di una lista Monti tra le possibili scelte è salutata come una interessante e appetibile alternativa, di volta in volta, al riformismo del Pd o al populismo della destra berlusconiana.

Altre due considerazioni che rappresentano, in qualche modo, delle conferme rispetto alla tradizione del voto cattolico: innanzitutto, la quasi totalità si orienta verso formazioni politiche che abbiano una vocazione maggioritaria e di governo, tralasciando le liste minori a vocazione "testimoniale"; in secondo luogo, in questa tornata elettorale 23 intervistati su 30 (il 69%) sceglieranno il Pd oppure la lista Monti. Il dato rappresenta non soltanto il crollo del Pdl come «casa abitabile» dai cattolici, ma anche una rivincita del cattolicesimo politico e, insieme, una sorta di rinascita: non della Democrazia cristiana in quanto tale, ma delle sue due anime fondamentali, quella social - riformista (che oggi si identifica più facilmente con il Partito democratico e che è nettamente prevalente) e quella moderata-conservatrice (che vede di buon occhio l'aggregazione di forze creatasi intorno a Mario Monti).

Un'ultima nota conclusiva: analizzando le risposte, il tema dei «valori non negoziabili » non sembra criterio fondamentale per la scelta politica. In alcuni casi, è solo uno dei criteri di scelta, accanto ad altri.
Nella gran parte delle risposte, non è neppure menzionato, mentre prevalgono argomentazioni di tipo "laico": l'onestà/moralità pubblica del candidato, le scelte di politica-economica, la protezione delle fasce deboli della popolazione, il ruolo del welfare.
Da ciò che emerge nella nostra ricognizione, insomma, i credenti delle parrocchie sono meno bigotti di quanto li dipinga la stampa laica.
Inoltre, emerge un indubbio scollamento e una non trascurabile distanza tra l'agenda pubblica dei vertici ecclesiastici (Cei e Segreteria di Stato) e le priorità della base cattolica: un nodo che, ad elezioni avvenute, sarà bene che la comunità ecclesiale italiana trovi il modo di mettere a tema.
Di seguito, le interviste ai 30 membri di Consigli pastorali parrocchiali che abbiamo raccolto in tutta Italia”.  
E che io pubblicherò le prossime volte.
Interessante, non vi pare?
Stefano Gentili

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