venerdì 15 febbraio 2013

PER CHI VOTANO I CATTOLICI? I terzi 10: 6 PD, 1 MONTI, 1 INDECISO TRA PD E MONTI, 1 ORIENTATO A CENTRO DESTRA, 1 NON VOTA



Riporto le terze 10 interviste pubblicate da Jesus del gennaio 2013 sulle preferenze elettorali di cattolici impegnati.

CAMPANIA
Gabriele, 50 anni, sposato e senza figli, si occupa di amministrazione di condomini. È membro del Consiglio pastorale della parrocchia di San Biagio vescovo e martire a Lanzara di Castel San Giorgio (Salerno), arcidiocesi di Salerno- Campagna-Acerno: «Monti non mi affascina, ma do un occhio al centro di Casini. Alla fine penso che voterò PD, anche se ho dubbi sui temi della famiglia e della vita. Su questi temi, la componente cattolica del Partito democratico dovrebbe avere più coraggio, così come sulla libertà dell'insegnamento, sull'attenzione agli ultimi, sulle politiche sociali».

Raffaele, 34 anni, fidanzato, è avvocato e membro del Consiglio pastorale a Santa Maria La Nova-Sant'Anastasia, nella cinta urbana periferica di Napoli ma che ricade nel territorio della diocesi di Nola: «Voterò PD perché ho apprezzato le primarie per il leader e per i parlamentari; è l'unica coalizione omogenea, a differenza di quelle di centro-destra e centro; e infine ha per priorità il problema del lavoro e la questione ambientale. Renzi? Mi sembrava troppo liberista, ma nelle ultime dichiarazioni si è dimostrato uomo di squadra, non solo un libero battitore».

PUGLIA
Marta, 54 anni, sposata, 4 figli, è impiegata amministrativa in una scuola e fa parte del Consiglio pastorale della parrocchia Sant'Achille martire, diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi: «Voterò PD quasi sicuramente, perché a livello cittadino e regionale è il partito più vicino ai problemi della gente, nonostante alcune delusioni. Ma avrei preferito come premier Nichi Vendola».

Anna, 41 anni, è single e fa l'impiegata. Vive a Lizzanello, a sei chilometri da Lecce ed è membro del Consiglio pastorale nella parrocchia Maria SS. Addolorata, 7.500 abitanti, arcidiocesi di Lecce: «Sono indecisa tra PD e Monti: sceglierò il meno peggio. Alle primarie del Partito democratico non ho votato per le regole restrittive che sono state imposte, ma probabilmente avrei scelto Renzi. Serve un dialogo più stretto con il centro e con Monti piuttosto che con Vendola».

BASILICATA
Vito, 70 anni, pensionato, sposato con due figli, diacono permanente della parrocchia Spirito Santo, nella vicaria dello Spirito Santo in località Lavangone di Potenza (arcidiocesi Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo): «Il mio orientamento è di NON ANDARE PROPRIO A VOTARE, perché non ho fiducia in nessuno di questi politici».

CALABRIA
Luca, 32 anni, avvocato, fa parte del Consiglio pastorale della parrocchia San Raffaele Arcangelo, diocesi di Lamezia Terme (Catanzaro). Sposato e padre di due bambini, lavora all'Agenzia delle entrate. Vive in una zona in espansione, dove alla povertà si affiancano sacche di criminalità: «Alle precedenti elezioni avevo votato Udc. Ora mi oriento su MONTI per le scelte a tutela della persona e della famiglia, per le politiche di difesa del più debole e dei poveri. Preferisco Monti rispetto al Pd, perché mi rispecchio di più nel suo schieramento, e anche per la possibilità di rimettere al centro franchezza e responsabilità».

Giuseppe, 66 anni, sposato con due figli, è pensionato, con una carriera alle spalle di dirigente amministrativo. Ora si dedica al volontariato nell'associazione Cittadinanzattiva ed è inserito nel consiglio pastorale del duomo o chiesa matrice (diocesi di Oppido Mamertina-Palmi), la principale parrocchia cittadina di Polistena (Reggio Calabria), paese di 12 mila abitanti al centro della Piana di Gioia Tauro: «Non mi appassiona il "montismo". Il mio orientamento? PD, con la speranza che metta ai margini le frange estreme: ali non valide per la stabilità del Governo. Voto questo schieramento per la sua grande attenzione ai problemi del sociale, anche se auspico un forte rinnovamento della dirigenza: non proprio la "rottamazione" di cui ha parlato Renzi, ma una spinta verso un impegno politico diverso».

SARDEGNA
Andrea, 32 anni, single, giornalista di Ussana (20 chilometri da Cagliari), è membro del Consiglio pastorale della parrocchia di San Sebastiano: «Il PD ha un progetto in cui ho creduto fin dall'inizio: dare all'Italia una sinistra di taglio riformatore. Poi il segretario Enrico Letta rispecchia l'area che fa riferimento ai cattolici. Però mi aspettavo un diverso risultato alle primarie: Renzi non mi sarebbe dispiaciuto».

SICILIA
Marcello, 68 anni, sposato con quattro figli, è professore di matematica in pensione e fa parte del Consiglio pastorale della parrocchia di San Espedito, a Palermo, che si trova in una zona centrale della città: circa 15 mila abitanti, compresi un buon numero di immigrati: «Mi sono sempre collocato nell'area di centro, ma la presenza di Berlusconi mi ha tolto la libertà di orientarmi in altro modo. Alle prossime elezioni inizialmente pensavo di scegliere Monti, però nella sua agenda manca l'attenzione all'aspetto sociale, alle parti più deboli e fragili della società. Voterò PD anche se è un grande calderone con molte anime. Complessivamente, però, mi ritrovo in diversi dei suoi valori. Con le primarie, fenomeno interessante, il partito si è riscattato... Sarebbe stato interessante capire cosa avrebbe fatto Renzi con la sua voglia di innovare. Ingroia e il Movimento 5 Stelle? Li trovo troppo fluidi e imprevedibili, un po' fondamentalisti, mentre la politica deve essere equilibrio e mediazione».

Orazio, 53 anni, sposato con tre figli, libero professionista come tecnico geometra, vive sulle colline di Aci Sant'Antonio (Catania), alle pendici dell'Etna – paese di 18 mila abitanti, a dieci minuti dal mare – ed è membro del Consiglio pastorale della parrocchia Sant'Antonio Abate, nella diocesi di Acireale: «Non ho ancora le idee chiare. Sono nato centrista e spero di morirci, ma non penso di votare il professor Monti: mi ha dato la sensazione di essere un lobbista. Pensavo di non andare a votare. Comunque mi oriento più verso il CENTRO-DESTRA, perché appoggia la liberalizzazione. Ma bisogna far girare l'economia muovendo la moneta, mentre avere un prestito dalle banche è ancora difficile per i piccoli imprenditori. Il Movimento 5 Stelle? Qualcuno si è comportato bene, bisogna vedere se è solo strategia o realtà».
(Interviste raccolte da Alberto Laggia, Annachiara Valle e Laura Badaracchi)

Buona terza e ultima meditazione.
Stefano Gentili

Nessun commento: