giovedì 25 agosto 2011

UN PO’ DI STORIA DI LAICI (9). IL PRIMO SINODO DEL TERZO MILLENNIO TROVA LAICI CLERICODIPENDENTI

Il nuovo millennio per la diocesi – dopo essere stata allietata dalla venuta del Vescovo Mario Meini (1996) - si è aperto con la bella sorpresa del Sinodo Diocesano (2003-2005), voluto con forza dal Vescovo stesso, dopo una faticosa ed entusiasmante Visita pastorale diocesana, preceduta da una Missione diocesana (1998/99).

Esso ha rappresentato un autentico dono dello Spirito. Ha significato un momento di verifica e di rilancio dell’azione della chiesa diocesana, sollecitando e facendo sperimentare la gioia (e anche un po’ la fatica) di camminare insieme per contribuire alla costruzione del regno di Dio. Gli effetti maturi di quel lavoro si vedranno nel tempo, ma intanto sono ravvisabili i primi cambiamenti e il desiderio di conformarsi a quanto deciso.
Ancora una volta tutta l’attività pastorale è stata sottoposta ad attenta analisi ed importanti indicazioni teoriche e operative sono scaturite dai circa tre anni di lavoro.
Nel testo finale non vi è un documento esplicitamente dedicato ai laici, alla loro vocazione e missione, perché la commissione preparatoria consigliò di soffermarsi sulla specifica questione dei laici nella realtà socio-politica. Ma quello stesso documento (Laici cristiani nella realtà socio-politica, documento X, 2005) e tutti gli altri presuppongo in filigrana la presenza di laici conciliari.
Il testo sinodale andrebbe fatto più nostro, è ancora così fresco e attuale!

Nello stesso tempo non sono mancate puntuali sollecitazioni del Vescovo e del Consiglio pastorale diocesano ai cristiani laici della diocesi.
Ricordo la Christifideles laici nella Chiesa e nel mondo, elaborato dal Consiglio Pastorale Diocesano nel gennaio 2002; la Lettera del Vescovo Mario Meini ai fedeli laici della diocesi, del 19 settembre 2007; il documento Far tesoro della crisi. Riflessione del Consiglio Pastorale Diocesano sull’attuale contingenza economica, del 23 novembre 2008.

Non sono neppure mancati piccoli-grandi segni, sempre da parte del Vescovo, come la consuetudine (avviata nel giorno di S. Gregorio VII del 1998 e preceduta il Natale antecedente da una visita personale a tutti i sindaci) di incontrare almeno una volta all’anno tutti i sindaci dei comuni della diocesi, unitamente al presidente della provincia e a quello della locale comunità montana. Segno della stima che la Chiesa nutre per coloro che si dedicano istituzionalmente al bene comune e, in un certo senso, monito a tutti i cristiani perché prendano sul serio i propri doveri politici e non considerino la politica lontana, insignificante o, peggio, dannosa per se stessi e per la civile convivenza.

Aggiungerei anche le considerazioni fatte dal Vescovo Mario nel quadro di un’analisi della situazione della nostra Chiesa in uno degli ultimi incontri post-sinodali: parlando dei laici, dopo avere elogiato il loro impegno e la loro fede, segnalava anche un loro eccesso di clericodipendenza (2009). Questione sulla quale riflettere con grande attenzione e da usare come leva per fare nostro, nel pensiero e nell’azione, l’insegnamento conciliare sul laico cristiano.
Tanto più perché, allargando per un attimo lo spettro del ragionamento, abbiamo assistito negli ultimi anni all’emergere di richieste di esperienze di tipo più marcatamente spirituale, nelle quali alcuni laici pensano di condensare la propria esperienza cristiana. Altro fenomeno – quello del “laico spirituale” – sul quale riflettere.
Stefano Gentili

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