Investimmo quaranta miliardi di lire sulle strade provinciali, privilegiando le zone più marginali
Consapevoli di questo
lavorammo sodo, insieme all’assessore Renato De Carlo ed alla forza della
struttura viabilità guidata con grande risolutezza dall’ing. Massimo Luschi.
Con l’obiettivo di migliorare la sicurezza delle 154 strade di cui la Provincia
era proprietaria, furono compiuti dal 1995 al 1999 centinaia di interventi piccoli e grandi sul patrimonio viario per
un’estensione di 1.462 km e per un investimento complessivo di circa 40 miliardi di lire. Inoltre per
garantire la manutenzione e la realizzazione di tutte le opere necessarie
impiegammo un esercito di uomini e di mezzi, con decine di centri operativi e
cantieri.
Una cosa deve essere chiara.
Nel fare questa operazione non ci muovemmo a caso o, magari, sottostando alle
pressioni delle zone più forti. Decidemmo
invece di privilegiare proprio le zone ritenute più marginali. Basta
scorrere l’elenco di quegli interventi e lo si può cogliere con lapalissiana
evidenza. Alcune strade provinciali furono completamente rinnovate nella
pavimentazione e nelle pertinenze (ponti, ecc.) nell’ambito del programma di
pavimentazione delle strade bianche, che divennero importanti collegamenti tra
i piccoli centri del nostro entroterra.
Alcuni
di questi interventi li ricordo ancora, altri sicuramente me li
sono dimenticati.
• La strada provinciale
Cellena-Selvena che unisce i due paesi ed ha un’estensione di 9 km.
• La strada provinciale di
Castell’Ottieri, nel comune di Sorano, per una lunghezza di 4 km.
• La strada provinciale di
Montebuono sempre nel comune di Sorano, lunga 9 km.
• La strada provinciale del
Frassine, che unisce il paese di Monterotondo Marittimo alla Statale
Sarzanese-Valdera.
• La strada provinciale
Salaioli nel comune di Scansano, che collega la borgata con il paese.
• La strada provinciale
Fibbianello, importante perché facilita il collegamento tra Semproniano e la
zona termale di Saturnia.
• La strada provinciale
Leopoldina, nel tratto tra Monte Antico e Fercole per 8,5 km.
• La strada provinciale La
Bella per l’intero tratto di 4,4, km.
• La strada provinciale
Guinzoni lunga poco meno di 6 km.
• Quindi anche la strada del
Marciatoio, e la sistemazione di quelle di Gerfalco e Belagaio, che – in quanto
interne a riserve naturali – le lasciammo bianche ma con il fondo stradale
tutto ripristinato.
In queste strade, ma anche
altrove, operammo il superamento di tutta una serie di guadi (dove purtroppo
qualcuno aveva anche perso la vita) attraverso la costruzione di quelle opere
d’arte che vanno sotto il nome di ponti: Montebuono, Montelattaia, Fibbianello,
Crocina, Lupo, Cellena-Selvena.
• Provvedemmo alla sistemazione di annosi tratti franosi
(la S. Martino-Catabbio e la zona del Convento in prossimità di S. Fiora);
• di due svincoli in prossimità di Follonica Aurelia
Vecchia (Casone e via Leopardi);
• del raccordo tra la SP Pollino e la SS Aurelia.
• Iniziammo, inoltre, la progettazione per l’ampliamento
della strada provinciale Padule da Macchiascandona a Castiglione della Pescaia,
la messa in sicurezza sulla stessa strada del tratto dinanzi all’aeroporto e la
nuova realizzazione del collegamento tra la SS 439 e la SP Aurelia Vecchia (in
Località Rondelli) e la SS 322 (una sorta di circonvallazione di Follonica).
• Aprimmo il mega-cantiere Terzo-Casa Venturini e creammo
i presupposti per la progettazione della Panoramica di Monte Argentario, che –
per la sua delicatezza – doveva comunque essere preceduta da uno studio di
fattibilità.
Non cito, perché non li ricordo tutti, le centinaia di
interventi sulle altre strade provinciali.
A me pare che fu roba.
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