Ma qualcosa si mosse
La vita di tutti giorni e
quella amministrativa è spesso costellata di tormentoni. Nel nostro caso il
termine lotto e i numeri 1-2 e 10-11 rimbombavano continuamente
nella mia mente, trovavano ampio spazio nella carta stampata e nell’emittente
locale. Riguardavano il tratto stradale Grosseto-Siena, parte della cosiddetta
Due Mari: per la precisione Grosseto-Paganico e S. Rocco a Pilli-Siena.
Per
rammentare ciò, utilizzo una parte dell’intervento che tenni in occasione
dell’incontro con il Ministro Costa, all’Hotel Granduca, Grosseto il 13. 7.
1998. “Il Ministro ha più volte fatto tre
affermazioni. È finito il tempo degli interventi infrastrutturali fatti per
fare gli appalti al di fuori di qualsiasi logica programmatoria. È finito il
tempo di Km di pseudo-progetti elaborati unicamente per apporre il chiodo, ma
mancanti di tutti i requisiti richiesti dalle normative recenti. È finito il
tempo delle scelte fatte in ragione dei potenti e dei potentati locali con
addentellati nazionali. È giunto il tempo della programmazione degli interventi
unicamente basata sulla individuazione delle effettive priorità, sul desiderio
di colmare i più rilevanti deficit infrastrutturali delle diverse aree del
Paese, su progettualità ben definite e dettagliate, organizzando forme di
finanza innovativa”.
Dopo
avergli ricordato che con il termine infrastrutture intendevamo anche quelle
tipiche del nostro territorio, portuali e innovative, aeroportuali e
ferroviarie, aggiunsi: “Non c’è però
dubbio che ancora molto deve essere fatto sul fronte delle infrastrutture più
tradizionali. Un recente studio dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne su La
dotazione delle infrastrutture per lo sviluppo delle imprese nelle 103 province
pone la Provincia di Grosseto al 94° posto per la dotazione di strade e
autostrade e all’85° posto nella graduatoria generale (comprensiva di strade e
autostrade, rete ferroviaria, metanodotti, impianti elettrici, acquedotti e
depuratori, telecomunicazioni, porti, aeroporti, servizi alle imprese)”.
Ecco perché “assume un decisivo rilievo
il completamento del Corridoio Tirrenico (di cui ho già parlato nel post
precedente). Peraltro, allo stato attuale
sembrano essere bloccati anche i lavori di completamento della seconda canna
all’altezza di Follonica. Perché? – Quando sarà completata?”. Come pure
aggiunsi la necessità di “potenziare gli
assi trasversali statali della provincia, che per la loro strategicità avrebbero
necessità di ammodernamento in alcuni tratti. Tra queste mi preme ricordare la
SS 74 Maremmana (Albinia-Orvieto); la 323 del Monte Amiata; la Follonica-Siena”.
Fondamentale
e urgente rimaneva per noi l’ammodernamento della Due Mari nel tratto Grosseto
– Siena. E colsi quell’occasione per spiegare nel dettaglio la situazione che
avevamo dinanzi. “I Lotti 1-2-10-11 hanno
le progettazioni quasi esecutive (il 21.07 è convocata la Conferenza dei
Servizi per la esecutività) e i finanziamenti assegnati (ma che forse non
saranno sufficienti). Per i Lotti 3-4-9 le progettazioni sono in corso, a
carico degli Enti Locali: mancano, però, i soldi per l’esecuzione dei lavori.
Per i Lotti 5-6-7-8 (i più difficili e onerosi) occorre ancora far partire le
progettazioni e reperire i soldi per i lavori. Anche in questo caso attendiamo
la risposta del Governo sui tempi e sulle modalità di reperimento dei
finanziamenti”.
Tornando a circa tre anni
prima ricordo che, insediato da 3 mesi, mi
fece imbufalire un convegno organizzato da Alleanza Nazionale a fine agosto
1995 sulla Due Mari. Naturalmente loro facevano opposizione e quindi ci
davano bordate. Però erano trascorsi così pochi giorni della nuova legislatura
provinciale che essere accusati di scarsa sensibilità e operatività sulla
grande viabilità e, in specie sulla Grosseto – Siena, mi trasformò in una
ribollita. E, infatti, feci un comunicato nel quale rispondevo a quelle accuse
ribadendo il nostro totale impegno e segnalando le azioni svolte. Il 17 maggio,
dieci giorni dopo essere stato eletto Presidente, incontrai l’amministratore
dell’Anas, D’Angiolino, intrattenendo da subito con un lui una fitta rete di
contatti telefonici ed epistolari. Come pure con il presidente della regione
Chiti e l’assessore Barbini. Il tutto era teso a costruire una concreta
piattaforma operativa. E non le solite chiacchiere. Insieme a De Carlo tenevo
costanti rapporti con i parlamentari Viviani e Tattarini per conoscere passo
dopo passo l’evoluzione parlamentare della nostra questione. Lavorammo anche
per favorire un’iniziativa congiunta con la provincia di Siena, da fare
presiedere e organizzare dalla Regione, presso il ministero dei lavori pubblici
e l’Anas, visto anche che Chiti aveva ricordato l’emergenza viabilità in
maremma al Presidente del Consiglio Dini e l’assessore Barbini aveva preso
un’iniziativa nei confronti del presidente dell’8° Commissione parlamentare.
Così chiudevo quel comunicato: “La debole
grande viabilità in maremma ha risvolti drammatici soprattutto per le vittime
che negli anni ha causato, ma per rispettare questi morti non c’è bisogno di
protagonismi e demagogia. Il nostro compito è costruire un forte e comune
fronte di tutte le forze politiche e sociali che insieme sappia imporre
finalmente al Governo una soluzione rapida. Non si può aspettare più a lungo il
raddoppio della Siena – Grosseto e l’adeguamento dell’Aurelia a sud” (Il
Tirreno, 30.08.1995).
Chi conosce le procedure burocratiche per giungere
ad iniziare i lavori di una strada non può dimenticare che bisogna: 1 stanziare
in bilancio i fondi per le progettazioni; 2 fare una gara per l’assegnazione
delle stesse; 3 far elaborare il progetto preliminare; 4 il progetto
definitivo; 5 il progetto esecutivo; 6 stanziare in bilancio i fondi per i
lavori; 7 fare la gara per l’assegnazione dei lavori. Sperare di aver beccato
un’impresa adeguata che non ti crei problemi. Non so se ancora oggi le
procedure sono sempre quelle, ma il brodo era lungo, anche ammesso che vi fosse
la volontà di tutti di realizzare le opere. E soprattutto i soldi veri doveva
metterli lo Stato.
Noi ci mettemmo tutto il
nostro impegno e – come detto – le cose
andarono avanti per i primi due lotti grossetani e si riuscì ad avviare il
percorso dei lotti 3 e 4 (da Paganico alla piana di Lampugnano) assegnando
con gara noi, Provincia, la loro progettazione, utilizzando anche una legge
regionale che prevedeva il cofinanziamento della Regione. Non ricordo se i
lavori sul primo lotto iniziarono entro la fine della nostra legislatura (io
fui licenziato a giugno 1999).
Ma non è tanto questo l’importante. L’essenziale per me
è, quando transito su quella strada (che pian piano si sta completando),
ricordare che qualche goccia di sudore è stata anche la mia e di Renato De
Carlo. E mi sento più leggero.
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