domenica 2 gennaio 2022

POST 58 – ANCHE PER LA GROSSETO-SIENA CHE FATICA

Ma qualcosa si mosse

La vita di tutti giorni e quella amministrativa è spesso costellata di tormentoni. Nel nostro caso il termine lotto e i numeri 1-2 e 10-11 rimbombavano continuamente nella mia mente, trovavano ampio spazio nella carta stampata e nell’emittente locale. Riguardavano il tratto stradale Grosseto-Siena, parte della cosiddetta Due Mari: per la precisione Grosseto-Paganico e S. Rocco a Pilli-Siena.

Per rammentare ciò, utilizzo una parte dell’intervento che tenni in occasione dell’incontro con il Ministro Costa, all’Hotel Granduca, Grosseto il 13. 7. 1998. “Il Ministro ha più volte fatto tre affermazioni. È finito il tempo degli interventi infrastrutturali fatti per fare gli appalti al di fuori di qualsiasi logica programmatoria. È finito il tempo di Km di pseudo-progetti elaborati unicamente per apporre il chiodo, ma mancanti di tutti i requisiti richiesti dalle normative recenti. È finito il tempo delle scelte fatte in ragione dei potenti e dei potentati locali con addentellati nazionali. È giunto il tempo della programmazione degli interventi unicamente basata sulla individuazione delle effettive priorità, sul desiderio di colmare i più rilevanti deficit infrastrutturali delle diverse aree del Paese, su progettualità ben definite e dettagliate, organizzando forme di finanza innovativa”.

Dopo avergli ricordato che con il termine infrastrutture intendevamo anche quelle tipiche del nostro territorio, portuali e innovative, aeroportuali e ferroviarie, aggiunsi: “Non c’è però dubbio che ancora molto deve essere fatto sul fronte delle infrastrutture più tradizionali. Un recente studio dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne su La dotazione delle infrastrutture per lo sviluppo delle imprese nelle 103 province pone la Provincia di Grosseto al 94° posto per la dotazione di strade e autostrade e all’85° posto nella graduatoria generale (comprensiva di strade e autostrade, rete ferroviaria, metanodotti, impianti elettrici, acquedotti e depuratori, telecomunicazioni, porti, aeroporti, servizi alle imprese)”. Ecco perché “assume un decisivo rilievo il completamento del Corridoio Tirrenico (di cui ho già parlato nel post precedente). Peraltro, allo stato attuale sembrano essere bloccati anche i lavori di completamento della seconda canna all’altezza di Follonica. Perché? – Quando sarà completata?”. Come pure aggiunsi la necessità di “potenziare gli assi trasversali statali della provincia, che per la loro strategicità avrebbero necessità di ammodernamento in alcuni tratti. Tra queste mi preme ricordare la SS 74 Maremmana (Albinia-Orvieto); la 323 del Monte Amiata; la Follonica-Siena”.

Fondamentale e urgente rimaneva per noi l’ammodernamento della Due Mari nel tratto Grosseto – Siena. E colsi quell’occasione per spiegare nel dettaglio la situazione che avevamo dinanzi. “I Lotti 1-2-10-11 hanno le progettazioni quasi esecutive (il 21.07 è convocata la Conferenza dei Servizi per la esecutività) e i finanziamenti assegnati (ma che forse non saranno sufficienti). Per i Lotti 3-4-9 le progettazioni sono in corso, a carico degli Enti Locali: mancano, però, i soldi per l’esecuzione dei lavori. Per i Lotti 5-6-7-8 (i più difficili e onerosi) occorre ancora far partire le progettazioni e reperire i soldi per i lavori. Anche in questo caso attendiamo la risposta del Governo sui tempi e sulle modalità di reperimento dei finanziamenti”.

Tornando a circa tre anni prima ricordo che, insediato da 3 mesi, mi fece imbufalire un convegno organizzato da Alleanza Nazionale a fine agosto 1995 sulla Due Mari. Naturalmente loro facevano opposizione e quindi ci davano bordate. Però erano trascorsi così pochi giorni della nuova legislatura provinciale che essere accusati di scarsa sensibilità e operatività sulla grande viabilità e, in specie sulla Grosseto – Siena, mi trasformò in una ribollita. E, infatti, feci un comunicato nel quale rispondevo a quelle accuse ribadendo il nostro totale impegno e segnalando le azioni svolte. Il 17 maggio, dieci giorni dopo essere stato eletto Presidente, incontrai l’amministratore dell’Anas, D’Angiolino, intrattenendo da subito con un lui una fitta rete di contatti telefonici ed epistolari. Come pure con il presidente della regione Chiti e l’assessore Barbini. Il tutto era teso a costruire una concreta piattaforma operativa. E non le solite chiacchiere. Insieme a De Carlo tenevo costanti rapporti con i parlamentari Viviani e Tattarini per conoscere passo dopo passo l’evoluzione parlamentare della nostra questione. Lavorammo anche per favorire un’iniziativa congiunta con la provincia di Siena, da fare presiedere e organizzare dalla Regione, presso il ministero dei lavori pubblici e l’Anas, visto anche che Chiti aveva ricordato l’emergenza viabilità in maremma al Presidente del Consiglio Dini e l’assessore Barbini aveva preso un’iniziativa nei confronti del presidente dell’8° Commissione parlamentare. Così chiudevo quel comunicato: “La debole grande viabilità in maremma ha risvolti drammatici soprattutto per le vittime che negli anni ha causato, ma per rispettare questi morti non c’è bisogno di protagonismi e demagogia. Il nostro compito è costruire un forte e comune fronte di tutte le forze politiche e sociali che insieme sappia imporre finalmente al Governo una soluzione rapida. Non si può aspettare più a lungo il raddoppio della Siena – Grosseto e l’adeguamento dell’Aurelia a sud” (Il Tirreno, 30.08.1995).

Chi conosce le procedure burocratiche per giungere ad iniziare i lavori di una strada non può dimenticare che bisogna: 1 stanziare in bilancio i fondi per le progettazioni; 2 fare una gara per l’assegnazione delle stesse; 3 far elaborare il progetto preliminare; 4 il progetto definitivo; 5 il progetto esecutivo; 6 stanziare in bilancio i fondi per i lavori; 7 fare la gara per l’assegnazione dei lavori. Sperare di aver beccato un’impresa adeguata che non ti crei problemi. Non so se ancora oggi le procedure sono sempre quelle, ma il brodo era lungo, anche ammesso che vi fosse la volontà di tutti di realizzare le opere. E soprattutto i soldi veri doveva metterli lo Stato.

Noi ci mettemmo tutto il nostro impegno e – come detto – le cose andarono avanti per i primi due lotti grossetani e si riuscì ad avviare il percorso dei lotti 3 e 4 (da Paganico alla piana di Lampugnano) assegnando con gara noi, Provincia, la loro progettazione, utilizzando anche una legge regionale che prevedeva il cofinanziamento della Regione. Non ricordo se i lavori sul primo lotto iniziarono entro la fine della nostra legislatura (io fui licenziato a giugno 1999).

Ma non è tanto questo l’importante. L’essenziale per me è, quando transito su quella strada (che pian piano si sta completando), ricordare che qualche goccia di sudore è stata anche la mia e di Renato De Carlo. E mi sento più leggero.






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